I carabinieri hanno sequestrato nelle Province di Reggio Emilia, Parma e Crotone beni per un valore di 9 milioni di euro ai fratelli Antonio Muto e Cesare Muto, imprenditori attivi nel settore della logistica e trasporti, dei quali è stata confermata l’appartenenza al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano, storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro. Antonio è detenuto poiché condannato in primo grado nell’ambito del processo Aemilia per associazione di tipo mafioso, truffa ed estorsione, tutti reati aggravati dalla finalità mafiosa. Le indagini hanno evidenziato come i fratelli Muto, nel 2012, avessero attribuito fittiziamente la titolarità delle loro società a soggetti diversi e, nel 2013, dopo essere stati colpiti da interdittiva antimafia, avessero anche costituito la società operativa Nella commercializzazione degli inerti e dei trasporti, intestandone le quote a Salvatore Nicola Pangalli.
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