Nella mattinata del 15 aprile, nelle provincie di Reggio Calabria,Latina e Cosenza, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a due distinte ordinanze di applicazione di misure cautelari personali e reali, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura distrettuale reggina diretta dal dott. Giovanni Bombardieri:
– traendo in arresto Tommaso De Angelis (nella foto), 59enne originario di Sinopoli ma residente a Reggio Calabria, destinatario della misura restrittiva in carcere con l’accusa di associazione mafiosa, in qualità di esponente della cosca “Alvaro-Pajechi” di Sinopoli;
– sottoponendo a sequestro, nel complesso, le aziende
· Morfù Srl di Rossano (CS);
· Decossrl di Reggio Calabria;
· MUSOLINO Domenico, ditta individuale di Reggio Calabria;
· I.GE.CO. Srl di Latina;
· Pontina Costruzioni Srl di Latina;
· I.T.M. Eletronic Snc di Antonio e Mario Italiano di Delianuova (RC);
· Gienne Costruzioni Srl di Reggio Calabria.
I due provvedimenti in esecuzione discendono dagli esiti di due autonome e convergentiindagini, convenzionalmente denominate “Camaleonte” e “A Ruota Libera”, svolte rispettivamente dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria e del Nucleo Investigativo, coordinati dal dott. Stefano Musolino della Direzione Distrettuale Antimafia reggina.
Nell’ambito della “Camaleonte”, dal febbraio 2015 all’aprile 2016 è stata monitorata l’esecuzione di due distinti appalti:
– la “realizzazione della fermata di Pentimele della metropolitana di superficie”appaltato per un importo di oltre 2,1 mln € dalla società R.F.I. Spa del gruppo Ferrovie dello Stato ad un’associazione temporanea di imprese la cui mandataria è l’impresa Morfù Srl,riconducibile ai fratelli Nilo e Giuseppe Morfù, entrambi indagati nel presente procedimento;
– i lavori di manutenzione straordinaria del sovrappasso di via Casa Savoia di Gallico (ex S.S. 184 Gambarie) al km 438, appaltati dall’ANAS Spa alla ditta COSTRUZIONI D.O.C. Srl di Napoli per un importo netto di oltre 860mila euro.
In relazione al primo appalto, le indagini svolte sul conto dei fratelli Nilo e Giuseppe Morfù, titolari della MORFÙSrl hanno permesso di documentare come gli stessi, pienamente consapevoli del contesto geografico in cui dovevano operare (il quartiere reggino di Archi), fin dall’avvio dei lavori abbiano ricercato l’appoggio della criminalità organizzata locale, al fine di “ottimizzare” i tempi a disposizione e ridurre eventuali inconvenienti, trovandolo evidentemente nei fratelli Rocco, Vincenzo, Michelangelo e Tommaso De Angelis, originari di Sinopoli.
Gli esiti delle attività tecniche e i conseguenti riscontri hanno permesso di accertare come i fratelli MORFÙ si siano prestati a:
– devolvere – celandola alla stazione appaltante – l’esecuzione dei lavori alla DECOS Srl dei fratelli DE ANGELIS, già titolari di un’altra impresa (I.C.E.S.P. Srl) interdetta nel 2013;
– assumere come operaio Vincenzo De Angelis, al fine di legittimarnela presenza in caso di controlli sul cantiere;
– consentire a Michelangelo e Tommaso De Angelis, quest’ultimo destinatario dell’odierna misura restrittiva poiché ritenuto intraneo alla cosca Alvaro di Sinopoli, di individuare tutti i fornitori, scelti fra altre imprese di riferimento ovvero fra quelle disposte ad accettare condizioni commerciali particolarmente sfavorevoli;
– agevolare l’occultamento e la spartizione dei ricavi con la DECOS Srl.
In sostanza, i Morfù hanno evitato richieste estorsive da parte della criminalità organizzata reggina e hanno tratto vantaggio dalle condizioni commerciali che la DECOS Srl riusciva ad ottenere, mentre i De Angelis hanno potuto eludere la normativa antimafia, acquisendo un appalto cui altrimenti non avrebbero potuto accedere.