Riceviamo la lettera di sfogo di una mamma ..che preferisce restare anonima:
“Salve, sono la mamma di un ragazzo con la sindrome di down, un meraviglioso ragazzo di 15 anni. Scrivo la sua storia per far conoscere l’altra faccia dell’inclusione scolastica, tanto pubblicizzata e messa in atto nelle scuole… ahimè soltanto a parole.
Mio figlio ha frequentato l’asilo per 3 anni. Con un peso al cuore ogni volta che andavo a prenderlo vedevo che tutti giocavano e lui seduto vicino l’insegnante, perché lui no, non poteva giocare come tutti. A lui non è stato concesso e poi in caso di pianto… “Signora suo figlio piange, venga a prenderlo “.
A causa di problemi di manutenzione dell’edificio sono stata costretta dopo due mesi, nell’ultimo anno, a cambiare scuola, e da li fermarlo per un altro anno. Sorvoliamo sulla scuola dell’infanzia, che resta comunque importante, perché è li che si formano le basi, e passiamo al disastro della primaria. Insegnante valida, ma mio figlio ha difficoltà nel linguaggio e allora cosa si fa?? Invece di aiutarlo e spronarlo si mette in un angolo, perché a dire dell’insegnante curriculare, io da mio figlio cosa mi aspettavo??
Niente, non mi aspettavo niente di più di ciò che mio figlio potesse fare, e lui poteva fare tanto, se non tantissimo. Un genitore conosce le potenzialità dei propri figli!!! Ho fatto reclamo al dirigente, che ha cercato in tutti i modi di venirmi incontro, ma poi è andato in pensione, chi lo sostituisce predica bene e razzola male purtroppo! Ho parlato con lui, l’ho messo al corrente della storia di mio figlio, lui mi ascolta e mi tranquillizza dicendo che al primo segnale l’insegnante verrà sostituita, ma ogni volta che andavo a parlare con lui cambiava i discorsi e metteva in risalto l’insegnante! Passano i 5 anni e ci ritroviamo alle medie, finalmente cambiamo aria ma non istituto e quindi il dirigente rimane lo stesso!
Prima media va alla grande, insegnante validissima, mio figlio segue la programmazione della classe, lei molto disponibile, una volta al mese si incontrava con la terapista di mio figlio per seguire un piano comune, si lavora benissimo ed i risultati si vedono! Non lo porta fuori se non un’ora a settimana dietro mia richiesta, per farlo concentrare di più durante la lettura. Ma non sempre lo portava fuori, solo quando in classe c’era più movimento! E quando lei aveva il giorno libero mi raccomandava di mandarlo a scuola perché mio figlio aveva gli stessi diritti di tutti gli altri alunni!
Peccato che le cose belle durano poco e gli altri due anni si è ritrovato un insegnante che ha creduto poco in lui, senza esperienza sul sostegno, in poche parole mio figlio aveva fatto cento passi avanti in prima media e gli ultimi due anni ne ha fatti mille indietro!!! E poi doveva fare l’orario dell’insegnante e rimanere a casa quando lei non andava a scuola!!!
Ogni volta che andavo a parlare con il dirigente lui mi rispondeva che a mio figlio volevano bene, io cercavo di fargli capire che una cosa è voler bene, una cosa è non fare il proprio lavoro. Non dimentichiamo che l’insegnante percepiva lo stipendio grazie a mio figlio!!! Adesso lui frequenta il primo anno delle superiori, un cambiamento netto, ha cambiato scuola, insegnanti e compagni… ha iniziato tutto dall’inizio, da solo, come un ometto!!! Va alla grande, a scuola si muove da solo, è felicissimo dei suoi nuovi amici e professori, so che gli vogliono bene, qui davvero esiste l’inclusione ed io sono serena dopo tanti anni!
Ma allora qual è il motivo della mia lettera???
Il motivo della mia lettera è la mia rabbia, perché purtroppo mio figlio è stato presentato come un ragazzo con scarse qualità e poca istruzione ricevuta, quindi dietro consiglio dell’equipe scolastica precedente ha bisogno di un programma differenziato, questo significa che alla fine dei 5 anni avrà un attestato e non un diploma che gli servirà ben poco!!! Mi chiedo, se mio figlio nelle due ore settimanali di terapia privata fa progressi, in 30 ore settimanali scolastiche, non avrebbe fatto notevoli progressi???
Io devo ringraziare pubblicamente la terapista perché se mio figlio sa leggere e scrivere o conosce la matematica lo devo a lei …non certo alla scuola!
Che dire ringrazio gli insegnanti ( tranne una ) per non aver creduto in lui, insegnanti di sostegno che non hanno saputo guardare oltre la diversità, ringrazio la dottoressa e tutto l’equipe ghl per non avermi capita e per non essere intervenute durante i 12 anni che hanno seguito mio figlio! Ringrazio il dirigente per non aver capito che la sindrome di down non è come la dislessia, per non aver dato a mio figlio la possibilità di fare ciò che un ragazzo deve fare: studiare!
Grazie per aver negato a mio figlio il DIRITTO ALLO STUDIO!!! Vi dico solo una cosa: gli errori si pagano ed i peccati si piangono!!! Un giorno dovrete dar conto delle vostre opere con la vostra coscienza!!!