La procura di Cosenza avrebbe accertato lo stretto contatto tra illegalità, malavita e case popolari. Gli indagati sono in tutti 26, tra cui assegnatari degli appartamenti e funzionari Aterp (Azienda Territoriale dell’ Edilizia Popolare), tra cui Oscar Fuoco. L’ operazione che portò allora alle 12 strutture sequestrate nei quartieri di Via Popilia e Serra Spiga, venne definita Malandrino, dall’ appellativo che Oscar Fuoco si attribuì, vantandosi nelle conversazioni intercettate, dei “favori” fatti ai soggetti criminali per l’ assegnazione di appartamenti. Per Oscar sono stati chiesti 4 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di truffa aggravata, abuso d’ ufficio, corruzione, falsità materiale ed ideologia. Chiesti invece 1 anno e 4 mesi di detenzione per aver usufruito del trattamento di “cortesia” ad Edoardo e Francesco Staffa, entrambi imprenditori edili. Altri presunti beneficiari delle attività non legali sono: Nino Gaetano Mazza e la moglie Wanda Pesce, Fioravante Bevilacqua, Luigi Abbruzzese, Mario Trinni, Pierina Pranno, Giuseppe Petrone, Emiddio Lanzino, Romina Bevilacqua, Marcella Bevilacqua, Antonio Bevilacqua. Richiesta di assoluzione invece per: Giuseppe Marchese ex direttore Aterp, l’ ex assessore provinciale dell’ Urbanistica e direttore del settore tecnico dell’ Aterp Pietro Mari, Sabina Barresi dirigente del settore pianificazione del territorio del comune di Cosenza, Giuseppe Porco, Fabrizio Intrieri, Francesco Bruno e Cosmo Baffo. Posizione di stralcio per Maria Leonetti dipendente dell’ ufficio anagrafe comune di Cosenza nonché moglie di Oscar Fuoco e Raffaele Gentile dipendente dell’ Aterp e sindacalista UIL.