Di Mirella Molinaro. Fonte: Gazzetta del Sud.
È in programma per mercoledì prossimo l’incontro tra il sindaco di Belvedere Marittimo, Vincenzo Cascini e il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, alla presenza anche dei vertici delle forze dell’ordine. La riunione avrà come tema quello dell’ordine e della sicurezza sull’Alto Tirreno cosentino, in particolare dopo l’inquietante episodio dei giorni scorsi quando un ordigno rudimentale è stato fatto esplodere davanti all’ingresso dell’obitorio della clinica “Tirrenia Hospital” (l’ex clinica Tricarico).
Per fortuna, la deflagrazione non ha causato feriti, ma ha danneggiato la porta di ingresso e le pareti. Un episodio grave che, però, è solo l’ultimo di una lunga serie di atti incediari o intimidazioni che, negli ultimi tempi, si stanno verificando con frequenza sull’Alto Tirreno cosentino e soprattutto a Cetraro, il territorio dominato dalla cosca Muto. Infatti, negli ultimi mesi c’è molta preoccupazione per l’escalation criminale. Lo scorso agosto, una bomba carta è stata fatta esplodere sotto l’auto di un noto ristoratore di Cetraro. Ad aprile, invece, è stato gambizzato R.D.P., pescatore di Cetraro già noto alle forze dell’ordine. Prima e dopo questi episodi ci sono stati diversi lidi date alle fiamme, auto incediate.
Ma lo scorso giugno un altro episodio ha allarmato cittadini e istituzioni della costa tirrenica. Numerosi colpi di kalashnikov sono stati esplosi per cercare di uccidere G.P., titolare di una palestra a Guardia Piemontese. Viaggiava a bordo di un’Alfa 156 e stava rientrando a Cetraro. I colpi sono stati esplosi contro l’automobile in movimento. P. ha perso il controllo dell’auto ed è finito contro il guard rail. Nonostante l’offensiva delle forze dell’ordine, negli ultimi anni la criminalità organizzata sul Tirreno cosentino sta alzando sempre di più il tiro. Nel marzo del 2021, l’auto del maresciallo dei carabinieri Lorenzo Orlando Ambrosio era stata crivellata di colpi di pistola. I malviventi hanno esploso i colpi di pistola contro l’auto del maresciallo, che era all’epoca comandante della stazione dei carabinieri di Cetraro. Il veicolo era parcheggiato proprio davanti alla caserma dei carabinieri.