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Pubblicato il 23/01/2019
Ultima modifica il 23/01/2019 alle ore 20:34
MASSIMILIANO PEGGIO, SARA SERGI
AOSTA

I carabinieri del Gruppo Aosta e del Ros hanno arrestato 16 persone tra la Valle d’Aosta, Torino e San Luca in Calabria nell’ambito di un’inchiesta su un «sodalizio ‘ndranghetistico operante in Valle d’Aosta riconducibile, tra gli altri, a componenti della famiglia Nirta-Scalzone di San Luca (Reggio Calabria) con collegamenti in Piemonte e in Calabria». Gli arresti sono stati ordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino. È la prima volta che le indagini coinvolgono i clan calabresi sbarcati anche in Val d’Aosta.

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Le indagini hanno ricostruito «uno scenario di pervasiva infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-imprenditoriale a partire dal 2014». Il sodalizio era anche coinvolto nell’importazione di ingenti partite di cocaina tra Spagna, Calabria e Piemonte.

Nell’ambito dell’operazione, battezzata «Geenna», i carabinieri hanno arrestato anche il consigliere regionale Marco Sorbara, eletto nelle fila dell’Union Valdotaine. Già assessore comunale ad Aosta, Sorbara è stato condotto in carcere. Tra gli arrestati ci sono anche Monica Carcea, assessore comunale di Saint-Pierre (Aosta) e Nicola Prettico, consigliere comunale di Aosta e dipendente del Casinò di St-Vincent. I carabinieri li hanno presi in consegna questa notte.

L’avvocato Carlo Maria Romeo di Torino, arrestato anche lui, uno dei penalisti che ha partecipato alla difesa degli imputati del maxi processo Minotauro, è accusato di aver procurato vantaggi ad un esponente della locale di ‘ndrangheta attiva ad Aosta.Accusato di essere un concorrente esterno, è accusato in concorso di favoreggiamento, estorsione e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta, dopo la notizia dell’arresto di Sorbara, ha sospeso i lavori in attesa di ulteriori notizia. Pochi anche i commenti fuori dall’aula. Tesi gli unionisti, che si sono limitati a dire di essere sorpresi dalla notizia. Il capogruppo della Lega Andrea Manfrin annuncia che «è nostra intenzione capire se in questa assemblea ci siano state infiltrazioni». La presidente Emily Rini ha fatto sapere che«se l’arresto del collega sarà confermato scatterà immediatamente la Legge Severino»: La presidente dell’assemblea Emily Rini ha fatto sapere di essere pronta a far scattare la Legge Severino, con la sospensione dall’incarico per Sorbara la sua sostituzione con il primo dei non eletti Uv, cioè Giovanni Barocco. L’avvocato di Sorbara, suo fratello Alessandro, ha immediatamente respinto tutte le accuse, sostenendo l’innocenza del suo cliente e ricordando alla presidenza del Consiglio che la Legge Severino scatta solo in caso di condanna definitiva.

GLI INQUIRENTI: «NOMI CHE CONOSCIAMO DA SEMPRE»

Anche un noto ristoratore di Aosta, Antonio «Tonino» Raso, titolare di una pizzeria-ristorante molto frequentata, risulta tra i 16 arrestati. Raso è considerato dagli inquirenti «promotore e organizzatore» della «locale» di Aosta. «Sono nomi di famiglie che conosciamo da sempre, alla seconda o alla terza generazione. Le conosciamo dai primi anni Ottanta. La mafia – ha detto il procuratore vicario di Torino, Paolo Borgna – si è affinata, sa entrare in modo più raffinato nel tessuto sociale, economico e politico, ma si è affinata anche la legislazione italiana».

LE REAZIONI DELLA POLITICA

Il Comité Fédéral dell’Union Valdôtaine, la «giunta» esecutiva del partito, si riunirà in serata per procedere alla «sospensione immediata» dal movimento di Marco Sorbara e Nicola Prettico «in attesa degli sviluppi successivi dell’inchiesta, rimanendo fiduciosi nel lavoro della Magistratura». È quanto si legge in una nota dell’Uv che ha «appreso con sgomento la notizia degli arresti eseguiti nella mattinata di oggi».

LE PAROLE DEL SINDACO DI AOSTA

La «locale» di Aosta della ‘ndrangheta ha proposto «appoggio elettorale all’attuale sindaco di Aosta, Fulvio Centoz, che ha rifiutato». Lo ha spiegato La coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Torino, Anna Maria Loreto. Centoz, esponente del Pd eletto sindaco nel 2015 spiega a caldo: «Vorrei capire nel dettaglio a quale episodio ci si riferisce. In campagna elettorale ho avuto contatti con centinaia di persone, mai nessuno si è presentato a me come “capo della locale”. Se ho rifiutato è perché certi metodi non fanno parte del mio modo di fare politica». Perché non ha denunciato l’accaduto? «Ripeto, nessuno è mai venuto a offrirmi appoggio politico qualificandosi come esponente di ambienti mafiosi».

Poco prima, Centoz aveva definito «abbastanza inquietanti» le notizie degli arresti del suo ex assessore Marco Sorbara (Uv), oggi consigliere regionale, e del consigliere Nicola Prettico (Uv). «Sono rimasto particolarmente colpito dalla notizia, nessuno se l’aspettava in queste dimensioni. L’operato della giustizia deve fare il suo corso».

Due anni fa, il sindaco di Aosta polemizzò con l’allora presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi: «Non ho mai preso posizione sul fatto che in Valle d’Aosta non ci fosse la ‘ndrangheta – spiega il primo cittadino -. Ho soltanto ribadito che è sbagliata l’equazione calabrese uguale ‘ndranghetista, e questa mattina la consigliera Nasso ha fatto la stessa analisi». Centoz cita la consigliera regionale del M5s Manuela Nasso, che stamattina commentando gli arresti ha spiegato: «Da orgogliosa valdostana di origini calabresi» ha sostenuto che «la Calabria e i calabresi sono anche tanto altro. Che la giustizia faccia il suo corso».

Allo stesso modo, Centoz ribadisce: «Trovo sbagliata anche l’equazione che i partiti di opposizione stanno cercando di fare ora, sostenendo che tutta l’Uv è legata alla ‘ndrangheta e che questa giunta è marcia». Prova a fare esempi concreti: «Abbiamo istituito un Osservatorio permanente della legalità. Il Comune, come capoluogo, pur potendo fare gli appalti internamente si è sempre appoggiato alla Centrale unica di committenza regionale. Abbiamo sempre operato nella massima trasparenza, e questo lo sottolineo con forza».