Invocata una moratoria sulla realizzazione degli impianti eolici Urge una soluzione per lo smaltimento mentre per ogni pala c’è un’inchiesta giudiziaria Dopo l’acqua abbiamo (s)venduto anche il vento; non a caso tutte le pale che affollano le nostre colline appartengono a privati. Una maxi torta da circa 16 miliardi di euro. A tanto ammonta, infatti, la spesa annua per il sostegno delle energie rinnovabili e che gli Utenti sono chiamati a finanziare in tante comode rate… le bollette dell’energia. Tra le fonti rinnovabili, la parte del leone, soprattutto al meridione, spetta all’eolico.
Si tratta di business miliardario che, nonostante appesantisca in maniera consistente le bollette, porta benefici limitatissimi alla nostra regione. In un momento dove non ci sono soldi per far funzionare gli ospedali – sostiene il Codacons – assegnare ai privati una montagna di miliardi da investire nelle fonti energetiche rinnovabili, appare uno sforzo davvero eccessivo. A dire il vero il Protocollo di Kyoto prevede che nel 2020 almeno il 17% dei nostri consumi energetici dovrà essere soddisfatto mediante le “fonti rinnovabile”. Soglia che il nostro paese ha già ampiamente raggiunto, e superato, negli ultimi quattro anni. Non siamo certo per il petrolio – afferma Francesco Di Lieto del Codacons – ma si poteva, anzi, si doveva tutelare il territorio. Invece lo stato ha preferito lavarsene le mani, delegando le regioni.
Ed il risultato è che in Calabria, si è finiti per dimenticare l’art. 9 della Costituzione, che sancisce, quale principio fondamentale, la tutela del paesaggio. Così assistiamo ad un proliferare di pale. Giganti dalle dimensioni variabili, che vanno dai 25 ai 100 metri di altezza, che non conoscono alcun vincolo e che producono effetti terribili sull’avifauna di passaggio. E mentre questi enormi piloni rimangono il più delle volte desolatamente immobili, in barba alla green economy … per ogni pala c’è un’inchiesta giudiziaria. Centinaia di fascicoli, minuziose attività d’indagine, rendono plausibile il sospetto che con le bollette dell’energia, finiamo per finanziare la criminalità. Per questo motivo il Codacons chiede alla Regione una moratoria sulla realizzazione degli impianti eolici. Non si tratta certo di abbandonare le energie pulite, del resto la Calabria è la regione che più di ogni altra ha aumentato, negli ultimi anni, la potenza eolica.
Ma si deve trovare una soluzione a quella che, tra pochi anni, sarà una drammatica emergenza. Entro i prossimi 10 anni, infatti, dovranno essere riciclate centinaia di tonnellate di materiali, derivanti dagli impianti eolici ed altamente inquinanti. Il rischio – sostiene Di Lieto – è che alla fine del ciclo degli impianti o, più realisticamente, quando finiranno gli incentivi statali, assisteremo al fallimento delle società che hanno colonizzato la nostra regione con i giganti bianchi. In questo modo resterà sul groppone dei proprietari dei terreni ovvero sui comuni, i costosissimi oneri per provvedere allo smaltimento. Occorre, quindi, trovare, al più presto, la maniera per evitare – sostiene la nota del Codacons – di deturpare ancor di più l’ambiente e sfregiare ulteriormente le bellezze paesaggistiche. Fino a quando non saranno fornite serie garanzie – conclude il Codacons – s’impone una moratoria.