Sarebbero stati i fratelli Domenico e Francesco Mammoliti, di 51 e 46 anni, della cosca di San Luca (Reggio Calabria), a fornire la cocaina alle bande di narcotrafficanti catanesi che poi la spacciavano nelle piazze della città. La cosca, nota come “Fischiante”, delegava poi per le consegne i corrieri calabresi.

È uno dei particolari che emerge dall’operazione “Capricornus”, l’indagine della polizia di Catania che vede coinvolte 21 persone indagate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

La “catena” dello spaccio è stata ricostruita dalla squadra mobile di Catania che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del Gip, emessa su richiesta della Dda della Procura, che ha disposto il carcere per 12 indagati, quattro dei quali erano già detenuti, e i domiciliari per altri otto, tre dei quali si trovavano già in carcere per altri reati. Una persona è irreperibile.

Asse fra trafficanti catanesi e la ‘ndrangheta calabrese per la cocaina: 21 persone coinvolte
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Asse fra trafficanti catanesi e la ‘ndrangheta calabrese per la cocaina: 21 persone coinvolte
Gli arrestati condotti in carcere sono Carmelo Scilio, di 45 anni, Gaetano Coppola, di 52, Vincenzo Lo Gatto, di 38, Domenico Prestia, di 49, Salvatore Anastasi, di 68, i fratelli Domenico e Francesco Mammoliti, rispettivamente di 51 e 46 anni, e Mario Narduzzi, di 40.

Ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state notificate ai detenuti Antonio Mangano, di 42 anni, Gaetano Mirabella, di 68, Davide Marchese, di 42, Alessandro Tomaselli, di 43.

Agli arresti domiciliari sono Giorgio Freni, di 44 anni; Giuseppe Cardaciotto, di 30; Salvatore Minore, di 35, e Salvatore De Simone, di 36.

Un’ordinanza di custodia ai domiciliari è stata notificata in carcere a Giovanni Mirabella, di 39 anni; Domenico Pellegrino, di 48; Vincenzo Scarfone, di 38, e a Massimo Anastasi, di 40, che già era ai domiciliari. Uno dei destinatari del provvedimento è attualmente irreperibile.