Di Francesca Lagatta
Punto di primo intervento dell’ospedale di Praia a Mare verso la chiusura notturna? Sembrerebbe proprio di sì. Nonostante le reiterate segnalazioni, come testimonia anche un nostro articolo di tre settimane fa, l’Asp di Cosenza non ha mosso un dito per scongiurare l’ennesimo grave scippo ai danni della struttura praiese e a partire dal prossimo giugno, in vista del vertiginoso aumento di presenze sul territorio, il reparto sarebbe destinato a chiudere nelle ore notturne. Per garantire la copertura h/24, i soli 4 medici in servizio sono costretti a lavorare per 36 o 48 ore di fila, senza poter usufruire di riposi adeguati, ferie e permessi, e la situazione è diventata intollerabile. Per di più, quando i medici sono costretti ad assentarsi, proprio come sta accadendo in queste ore, si scatena il caos. Attualmente c’è un solo medico disponibile, dal momento che gli altri 3, per ragioni personali e professionali, staranno via per alcuni giorni, contemporaneamente. Quanto tempo potrà durare questa situazione?
Da Mauro a Cotticelli, nessun segnale
All’Asp di Cosenza sanno, sin dai tempi della direzione di Raffaele Mauro, ma nessuno interviene. A 6 mesi dall’insediamento del commissario ad acta Saverio Cotticelli tutto sembra essere rimasto come prima. Non esistono i manager, non esiste una programmazione e a fronte di tasse salatissime i cittadini continuano ad essere privati del diritto alla salute. Ma questo sembra non interessare più a nessuno. Da più di un anno, ormai, dalle elezioni politiche di marzo 2018, nessuno va più a fare visita al nosocomio, a nessuno sembrano interessare le sue sorti, a partire dal primo cittadino di Praia a Mare, Antonio Praticò, che tanto si era speso durante la campagna elettorale piddina. Gli annunci per il momento sono finiti.
Anche il reparto di medicina in bilico
Al reparto di Medicina, o quello che dovrebbe esserlo, non va meglio. I medici che lo mandano avanti sono 4, più il primario, e 2 di loro non possono garantire la reperibilità. Di questo passo, anche la Medicina sarà costretta a rifiutare i ricoveri. Ma la crisi è generale, l’ospedale di Praia a Mare è in forte affanno dal primo all’ultimo piano. Qui la grave carenza di personale, che si registra in tutti i presidi sanitari della Calabria, pesa più che altrove perché è un dramma, ampiamente annunciato, che poteva essere evitato. La politica ha “riaperto” l’ospedale forzatamente, senza che ce ne fossero i presupposti, nemmeno quelli di legge, inaugurandolo con tanto di taglio del nastro.
Niente rete emergenza/urgenza
Di fatto, il “nosocomio” praiese altro non è che un Capt (Centro di assistenza primaria territoriale), un enorme stabile che ospita medicina e chirurgia ambulatoriale, che non può garantire la rete emergenza/urgenza perché non ha un pronto soccorso e non ha una sala operatoria. Quando un anno fa i commissari regionali per l’accreditamento hanno fatto visita a sorpresa al punto di primo intervento, non hanno trovato le condizioni per far sì che diventasse un pronto soccorso. È tutto scritto nero su bianco. Non c’è nemmeno la sala operatoria, non può esserci, perché la struttura sanitaria non rientra nella riorganizzazione ospedaliera e pertanto ufficialmente non risulta un ospedale.
Se qualcuno non interverrà tempestivamente, l’intero stabile chiuderà, perché i manager della sanità ai piani alti potranno dimostrare senza alcuno sforzo che tenerlo chiuso sarà più vantaggioso che tenerlo aperto. E sarebbe un altro, ennesimo regalo alla sanità privata ai danni della salute dei cittadini.