Di Antonello Troya
Soldi freschi per le casse di Trenitalia. Soldi che per una strutturata dello Stato, sono una boccata di ossigeno. Ma sono soldi che se ne vanno dalle casse della Regione Calabria. Ebbene si. Sto giochetto del treno Sibari-Bolzano ci è costato 1 milione e 700 mila euro per un solo anno. Infatti è una linea “a rischio”. Costi completamente a carico delle nostre tasche.
E che nessuno si azzardasse a dire che in Calabria i soldi per i trasporti non li investiamo: a questo giochetto si devono aggiungere i 400 milioni (dicasi quattrocento milioni) per le infrastrutture appena realizzate: tolti i passaggi a livello, costruiti i sottopassi e, dulcis in fundo, una nuova, ma che dico, nuovissima rete ferroviaria. Si perché la vecchia, e dico bene vecchia, poteva essere utilizzata solo dai regionali e da qualche rottame (roba da “Unità d’Italia”). Ora le linee possono reggere benissimo anche una super freccia che viaggia a 300 chilometri orari. Mica bruscolini. E mica è un caso che il “Frecciaargento” sia partito da Sibari. Ormai lo Jonio è proiettato ad assumere quel ruolo di leader economico della intera regione. L’idea di Unire Corigliano e Rossano ha dato vita ad un agglomerato di idee e sviluppo decisamente superiore alle blasonate Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro. Lo Jonio come locomotiva della Calabria al contrario invece di quanto accade sul Tirreno Cosentino, legato ancora alle sue sagre, festicciole e tarantelle varie.
Un territorio che deve ringraziare qualche santo in paradiso se può godere di due fermate, Paola e Scalea, e quindi sperare in qualche turista in più. Il servizio del Frecciaargento è quindi a termine. Noi ci auguriamo di no, ovviamente. L’impegno riguarda un avvio economico a carico della Regione per poi lasciare il servizio a Trenitalia, sempre se tale servizio avrà reso un deciso segno positivo tra costi e benefici. Noi ci speriamo. Veramente.