Il Super Green pass è in arrivo. Il nuovo decreto del governo Draghi arriverà in consiglio dei ministri per l’approvazione entro la fine della settimana. Ovvero quando molto probabilmente tornerà in vigore la zona gialla: il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute certificherà molto probabilmente che almeno due regioni (Friuli-Venezia Giulia e Alto Adige) si trovano con parametri tali da imporre le restrizioni del lockdown soft. Per le altre bisognerà guardare alla curva dei contagi e a quella dei ricoveri. Che per ora è prevista in rapido peggioramento, tanto che si prevede la zona arancione a dicembre per alcuni territori. L’incontro con i presidenti di Regione è stato spostato a domani. Successivamente si riunirà la Cabina di Regia.
Le restrizioni di Natale
Quello sarà il momento delle decisioni finali. Perché per adesso all’interno dell’esecutivo un punto di caduta sui divieti di Natale non è stato ancora trovato. Anzi: l’ipotesi prevalente tra i ministri, riferisce oggi il Corriere della Sera, è quella di far scattare le restrizioni per i non vaccinati soltanto in zona arancione e rossa. E questo in base a un ragionamento che parte proprio dalle regole della zona gialla. Far pesare le restrizioni solo sui No vax, di fatto, si tradurrebbe nel toglierle agli altri. Con il rischio di far comunque progredire l’epidemia. Di certo il Super Green pass a due velocità avrà durata abbreviata a 9 mesi. Anche se sul tavolo rimane ancora l’ipotesi dei sei mesi. E ancora: se pare ormai accertato che divieti e restrizioni alla vita sociale dovranno valere sui non vaccinati, ancora non è chiaro in che modo sarà differenziato l’accesso a bar, ristoranti, teatri, cinema e stadi. Oltre a palestre, piscine e impianti sciistici (lo skipass si concederà solo a chi ha il Green pass).
Il tampone (molecolare) sarà necessario soltanto per recarsi al lavoro. Oppure per salire su treni ad alta velocità e aerei, mentre l’idea di rendere obbligatoria la Certificazione Verde Covid-19 anche per autobus, metropolitana e treni regionali ha registrato il no dei sindacati. Che puntano il dito sui controlli impossibili da effettuare. Mentre per l’obbligo vaccinale tra gli esperti prevale la tesii di imporlo soltanto ad alcune categorie. Il nuovo decreto di Draghi avrà l’obbligo di booster o terza dose per tutti gli operatori sanitari. Mentre le altre categorie per le quali potrebbe arrivare l’imposizione sono forze dell’ordine e dipendenti pubblici (per lo meno quelli a contatto con il pubblico, come ha suggerito a più riprese il ministro Brunetta). Decisa anche la proroga dello stato d’emergenza, che arriverà fino al 30 gennaio 2022. Poi si deciderà se approvare una nuova legge per andare oltre quella data.
Le Regioni e i letti negli ospedali
Intanto La Stampa segnala che è Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli e della Conferenza delle Regioni, a incalzare Palazzo Chigi in vista della riunione: «Proporremo al governo di scegliere il più presto possibile misure che possano favorire le vaccinazioni, garantendo in caso di passaggio di zona la possibilità di superare quelle restrizioni per le persone che si sono vaccinate». Ovvero, la CdR chiede di approvare quel “Green Pass rafforzato” che escluda i non vaccinati praticamente da tutti i luoghi delle attività ricreative. Nel frattempo ieri si sono registrati 35 nuovi ingressi in terapia intensiva in 24 ore. Con il picco proprio in Friuli. Per questo i territori si stanno organizzando.
Lombardia, Lazio, Veneto e Liguria stanno incrementando i posti in rianimazione. Oggi i ricoverati in terapia intensiva sono in totale 520, il 6% dell’occupazione totale. Anche la mortalità aumenta del 20% da tre settimane consecutive. Secondo gli ultimi dati citati dal quotidiano l’occupazione dei posti letto in area medica in Friuli è al 14,8%, quella delle terapie intensive al 13,1%. L’incidenza tra Trieste e Udine è di 289,3. A Bolzano, la provincia dell’Alto Adige a rischio zona gialla, l’incidenza è a 406 casi ogni centomila abitanti, le aree mediche sono occupate al 14,2% e le rianimazioni al 13,1%. Le altre regioni hanno numeri meno preoccupanti: la Calabria ha le aree mediche occupate al 12,8% la Valle d’Aosta al 9,6%, la Sicilia al 9,5%, il Lazio al 9,4%. Qui il limite per la zona gialla è al 15%.
Le terapie intensive
Per quanto riguarda le terapie intensive, dopo Friuli e Bolzano ci sono le Marche (10,5%), seguite dalla Toscana (7,2%) e dal Lazio (6,8%). Qui il limite è del 10%. Le Regioni vogliono che le nuove misure restrittive scattino già dal 29 novembre, ovvero la data attesa per l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. O almeno per dicembre, quando il Green pass rafforzato con l’esclusione del tampone a parte che per lavorare sarà legge. Anzi: c’è anche chi vorrebbe che le restrizioni per i No vax valessero in zona bianca. Il timing prevede, dopo la riunione Regioni-Governo e una serie di riunioni tecniche, la cabina di regia e il Cdm, forse giovedì.
Test molecolari o antigenici?
Infine c’è il problema dei tamponi validi per il certificato. La durata dei test molecolari, fa sapere oggi il Messaggero, potrebbe passare da 72 a 48 ore e quella dei test antigenici rapidi da 48 a 24. Ma c’è il pericolo dei falsi negativi: i test antigenici non riescono a vedere il virus se non quando è presente in quantità massicce. Il risultato è che un caso su due è un falso negativo. «Sono test con una sensibilità estremamente bassa, tanto che i casi positivi sono attualmente rilevati dallo 0,2% dei test rapidi e dal 6% dei molecolari. Inoltre abbiamo oltre il 50% di falsi negativi», ha detto al Sole 24 Ore il virologo Francesco Broccolo dell’Università di Milano Bicocca. Ma dare il Green pass solo a chi ha un tampone molecolare sarebbe costoso, visto che il test costa 50 euro. E andrebbe comunque fatto ogni 48 ore.