Di Francesco Maria Storino
Il responsabile dell’Italbacolor, Antonio Franzese, è stato autorizzato dal Tribunale di Paola ad effettuare a una verifica, con ditta dallo stesso incaricata, dell’impianto di depurazione dello stabilimento. Al termine delle operazioni saranno in ogni caso apposti nuovamente i sigilli. Tutto questo in attesa del giudizio per Cassazione che dovrà decidere sulla richiesta presentata dall’avvocato Nicola Carratelli per conto di Franzese. Sia il gip del Tribunale di Paola che il riesame ricordiamo che avevano convalidato il sequestro operato dall’aliquota radiomobile dei Carabinieri. Il gip Maria Grazia Elia ha nel merito sostenuto come: «sussista il pericolo che la libera disponibilità in capo all’indagato dell’impianto industriale èsuscettibile di aggravare o di protrarre ulteriormente le conseguenze del reato ipotizzato (inquinamento) anche attraverso la reiterazione della condotta illecita già accertata, ovvero agevolare la commissione di reati trattandosi di attività sistematica e perdurante di scarico non autorizzato derivante da attività produttiva industriale». Nel frattempo rimane in piedi il problema dell’emergenza occupazionale all’interno della fabbrica. Le maestranze sono ferme da un mese. Da quando i carabinieri dell’aliquota radiomobile dei carabinieri della Compagnia di Paola hanno rinvenuto uno sversamento non autorizzato di liquami da una vasca all’esterno della fabbrica. Le organizzazioni sindacali (Fiom-Cgil, Fim Cisl, Uilm-Uil e Ugl) dopo l’assemblea si sono attivatedi chiedere un incontro al prefetto e di coinvolgere sulla problematica l’amministrazione comunale di Fuscaldo. Saranno quindi affrontate in quella sede le questioni aperte e funzionali alla ripresa del lavoro. Si resta in attesa della risposta della prefettura. «Fra i lavoratori – fanno presente le organizzazioni sindacali – è forte lo stato di disagio e la preoccupazione per il futuro occupazionale. Pertanto è stato indetto lo stato di agitazione a sostegnodella vertenza». La perdita del salario in questo primo periodo di fermo è inevitabile considerata la totale sospensione dell’attività. Ai sindacati è stato affidato il compito di valutare quale iniziative intraprendere per determinare lo sblocco della situazione. Si confida adesso nella sensibilità della prefettura alla problematica.