Di Martino Ciano (Radio Digiesse)
“Fu legittima difesa”. Con questa motivazione il Gip del Tribunale di Paola ha deciso ieri, mercoledì 30 agosto, di archiviare il procedimento penale a carico di G.P., indagato per la sparatoria avvenuta a Diamante, nella serata del 4 febbraio, avvenuta nel bar di famiglia “Dal Perugino”. Il giovane, pur rimanendo ferito insieme al padre, era indagato per aver colpito con un coltello uno dei tre aggressori.
Il Gip del Tribunale di Paola, dottoressa Mesiti, ha disposto, con un’ordinanza, l’archiviazione del procedimento penale a carico di G.P.. Lo stesso, pur essendo rimasto ferito, unitamente al padre, nella sparatoria avvenuta il 4 febbraio 2022 nel bar di famiglia denominato “Dal Perugino”, risultava, nel contempo, anche indagato del reato connesso di lesioni aggravate dall’uso di un coltello, per aver ferito uno dei tre fratelli D.R. durante i drammatici istanti della sparatoria.
Sin da subito, però, la posizione di G.P. difeso dall’avvocato Francesco Liserre, appariva dettata da atto dovuto, tanto che, l’allora PM titolare dell’inchiesta della dottoressa Esposito, anche su sollecitazione difensiva, dopo aver accuratamente accertato le fasi cruciali della vicenda chiedeva al Gip in sede, l’archiviazione della posizione del Perugino, ravvisandovi tutti i presupposti della causa di giustificazione della legittima difesa.
A fronte della richiesta di archiviazione, la difesa del D.R. ha fatto la propria opposizione, a seguito della quale è stato discusso, dinanzi al GIP di Paola, il procedimento a carico dello stesso P. all’udienza camerale del 16 dicembre scorso. Ieri, il Gip, a scioglimento della propria riserva, ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico di G.P. evidenziando, tra l’altro, “l’indubbia ricorrenza della causa di giustificazione della legittima difesa”.
In particolare, ritiene il Giudice, che “senz’altro serio e attuale era il pericolo per l’incolumità di P.G. e del padre che costringeva l’indagato a reagire contro gli antagonisti, verosimilmente provocando, con l’uso del coltello, le ferite riscontrate alla persona offesa; reazione difensiva che, tenuto conto che in tale frangente era stata già attuata e si protraeva l’aggressione a mezzo arma da fuoco da parte dei fratelli D.R., deve ritenersi senz’altro proporzionata all’offesa e non altrimenti evitabile alla luce della situazione in atto”.