Tamponi per il Coronavirus Covid-19 effettuati in macchina a Caravaggio, 16 aprile 2020. ANSA/STEFANO CAVICCHI

Dopo circa tre mesi di blocco dell’economia del Paese, da domani l’Italia riparte con l’apertura delle sue attività produttive; è una ripresa “obbligata” per non fare morire di fame le tante famiglie già collassate dalla pandemia “ancora in corso”: il Governo, le Regioni ed i Comuni ci stanno offrendo un’occasione di rinascita che, però, cela ancora mille incognite e più insidiosi pericoli; stiamo affrontando un rischio, ma dobbiamo correrlo. Per prima cosa dobbiamo sapere che ognuno di noi potrebbe essere, o essere stato, affetto da Coronavirus, non solo perché questo “mostro” è asintomatico, come tante altre malattie virali ma, soprattutto, perché occorreva fare preventivamente più test, quasi a tappeto ed, invece, i cosiddetti test rapidi sono diventati merce preziosa e lenta, i tamponi non sono stati e non vengono eseguiti in tempo utile ed i risultati di quelli effettuati ritardano ad arrivare; inoltre, perché ci troviamo dinanzi ad un virus ad alta contagiosità e potenza capace di resistere a lungo, non solo su superfici e substrati vari ma, anche, nell’aria che respiriamo negli ambienti confinati ed è capace, anche, di attaccare quasi tutti gli organi ed apparati dell’organismo umano, come mai, in precedenza, si era verificato. Attenzione, quindi, alla facile ripartenza; da domani non saremo “tutti liberi”, ma più prigionieri di oggi; saremo prigionieri di protocolli e regolamenti rigorosi che non possiamo disattendere, pena la ripresa dei contagi; saremo prigionieri di nuove regole di vita alle quali dovremo fare abitudine, di diverse limitazioni umane e sociali che porteranno a stress psicologico ed a sindromi da disadattamento; saremo prigionieri di noi stessi che avremo paura, come se fossimo nemici l’uno dell’altro, per il pericolo di infettarci reciprocamente; saremo prigionieri di mascherine e guanti sudati e di distanze obbligate, senza abbracci e senza baci. I classici segni di tosse, starnuti e febbre, non dicono più niente, il virus si è fatto furbo, si è attenuato e dalla bocca e dalle narici entra quando meno te ne accorgi ed arriva dappertutto e non ti fa capire neanche se ti ha contagiato: il vero tallone d’Achille sta nella asintomaticità della sua presenza e, se si facessero test per tutti, il numero dei contagiati risulterebbe di gran lunga superiore a quello ufficiale e l’estate che incombe non è certamente foriera di minore contagiosità; non possiamo lasciare più fuori dalla porta di casa scarpe e vestiti, perché da qui a qualche giorno saremo quasi nudi per il caldo; gli scienziati non ci insegneranno a lavare solo le mani, ma anche le braccia, le gambe ed il torace; al posto della crema solare ci metteremo addosso Amuchina e spray disinfettante; mascherine e guanti non basteranno più a soddisfare le esigenze del caldo estivo ed, intanto, il “mostro” si potrebbe adagiare sui nostri piedi nudi, sulle cosce e sulle spalle delle nudità estive di tutti noi che frequenteremo strade, bar, ristoranti e negozi e, storditi dal sole, continueremo a non capire da dove è venuto questo maledetto COVID 19, chi l’ha portato in Italia, chi l’ha diffuso nel mondo. Ed è proprio in questa stagione surreale che si giocherà la vera partita degli Italiani: il senso di responsabilità che abbiamo saputo dimostrare già nella “Fase 1” non può essere offuscato dal caldo estivo e ci impone maggiore accortezza e sacrificio, ancor di più, nella imminente “Fase 2”, evitando mosse azzardate che potrebbero dare nuovo vigore a questo diavolo di virus di cui ancora non conosciamo tutto e che, ogni giorno di più, si sta scoprendo e ci sta facendo capire come funziona.

Franco Nunziata Medico Direttore Sanitario