La cultura insieme al sociale. Tra lacrime, paure, emozioni e speranze. Ancora una volta il libro “Amati Sempre” del vulcanico Sergio Del Giudice, insieme al curatore Ermanno Cribari, ha saputo toccare le corde giuste. E dopo le presentazioni ufficiali, gli incontri nelle scuole e nelle piazze delle città calabresi, si è voluto raccontare ai detenuti della casa circondariale di Paola la storia della vita. Della vita di Sergio e di quella di moltissimi altri che, forse, non ce l’hanno fatta. O che, al contrario, sono oggi felicemente guariti ma non riescono a raccontare cosa sia realmente accaduto. Sergio lo ha fatto con il suo libro, tra mille aneddoti e storie intrecciate alla famiglia, ai figli, al papà, a Napoli, agli ospedali, all’umanità di infermieri e medici. Ed agli errori. Lacrime e commozione, come detto. Non è un libro banale, né scontato. Racconta vita reale, con sofferenze e gioie. Quale migliore luogo allora, se non la casa circondariale di Paola che, grazie alla direttrice del penitenziario, Emilia Boccagna, fa “vivere” ed impegnare le ore interminabili della detenzione a chi ha commesso errori. Accompagnati dal giornalista Francesco Mannarino, Sergio ed Ermanno – una volta varcata la sbarra d’ingresso – hanno saputo raccontare le pagine del libro. “Amati sempre”, già nel titolo d’altronde, sintetizza meglio di ogni altra parola il significato autentico. Ed ognuno di noi, di loro, può trovare il suo pensiero. “A sala piena mi è capitato di incontrare persone conosciute e di abbracciarle commosso. Tanti occhi lucidi hanno ben recepito il fine del libro e, più speranzosi di prima, hanno più volte applaudito. Una giornata che non dimenticherò mai perché le case del dolore abitano più facilmente il cuore”, ha voluto rimarcare a margine dell’iniziativa Del Giudice.

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