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La polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale del divieto di avvicinamento nei confronti di un 50enne resosi responsabile di maltrattamenti nei riguardi della moglie e dei suoi figli minori.

Il provvedimento giunge a conclusione di una rapida ed intensa attività investigativa coordinata dalla locale Procura della Repubblica e avviata a seguito di una denuncia/querela sporta dalla parte offesa lo scorso 30 marzo, raccolta dai poliziotti dell’U.P.G.S.P. – Ufficio Denunce.

I poliziotti, specializzati nella trattazione di reati in danno delle persone appartenenti alla categoria delle cd. fasce deboli, dalle informazioni dettagliate acquisite dalla donna, riuscivano a tracciare un quadro completo della vita quotidiana della stessa in cui emergevano vari episodi di maltrattamento, di autentica sofferenza anche vissuti dai figli minori nei confronti dei quali si mostrava essere un padre-padrone.

Il risultato di tale comportamento è stato quello d’instillare in tutti i soggetti passivi un perdurante e grave stato d’ansia e di paura, oltre ad un fondato timore per l’incolumità fisica di ogni  singolo componente del nucleo familiare.

L’attività di indagine ha consentito di riscontrare e di arricchire di ulteriori episodi il complesso investigativo già acquisito sull’indagato. L’attività d’indagine, avviata dal personale della Squadra Mobile e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, ha trovato il suo epilogo nell’esecuzione del provvedimento cautelare, e conferma l’impegno, la particolare attenzione e sensibilità, degli uomini della Questura, diretta dal questore Giuseppe Cannizzaro, e dell’Autorità Giudiziaria, nell’affrontare con attento e tempestivo intervento, il fenomeno della violenza di genere  e della tutela della c.d. fasce deboli.

L’uomo non potrà avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla parte offesa ed ai figli mantenendo una distanza non inferiore ai 500 metri, dovrà inoltre astenersi dal contattare la donna con qualsiasi mezzo. È stato disposto, inoltre, il costante monitoraggio del rispetto del divieto attraverso l’attivazione e l’utilizzo del braccialetto elettronico.

Il tutto si comunica nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca.