Non era poi così difficile capire che su Cosenza gli appalti pubblici se li pappava sempre Giorgio Ottavio Barbieri ma, come spesso ci tocca scrivere, meglio tardi che mai.
I tre grandi appalti pubblici vinti dal Gruppo Barbieri a Cosenza, Lorica e Scalea sono tre “project financing”. Il guadagno non ce l’hai con lo stanziamento iniziale (16 milioni per piazza Fera, 13 per Lorica e una decina per Scalea a fronte di una quota da investire) quanto con la gestione degli impianti.
Un parcheggio sotterraneo, le piste da sci e una aviosuperficie significano decine e decine di milioni da guadagnare con le gestioni degli impianti. Con tutto l’ambaradan dei subappalti e delle tangenti. Un centinaio di milioni, hanno calcolato gli investigatori, in 25 anni di gestione dei tre appalti.
Insomma, Barbieri era l’uomo-chiave, il punto di riferimento della politica e dei clan cosentini.
Barbieri si pone allo stesso livello dei boss Franco Muto ed Ettore Lanzino, siede allo stesso tavolo. E vince dove deve vincere come unico referente. Una storia che cominciava a diventare troppo fetida per non essere scoperta. Ne andava della stessa credibilità della magistratura.
Quando arrestarono Franco Muto ci chiedevamo come mai non si fosse arrivati al livello di oggi. All’epoca il magistrato cosentino Vincenzo Luberto non si era sbilanciato ma poi, a gennaio 2017, aveva messo da parte i freni inibitori (chiamiamoli così, va!). “A Cosenza siamo inguaiati – aveva esordito nella conferenza stampa successiva all’arresto di Barbieri -: sono le imprese che chiedono di pagare il pizzo ai clan. E tutto questo si avviluppa intorno a tre direttrici: uno spazio pubblico (piazza Fera, ndr), una pista da sci (Lorica, ndr) e una aviosuperficie (Scalea, ndr), che dovrebbero essere determinanti per lo sviluppo. E l’unica impresa che partecipa alla gara è quella che finanzia Franco Muto. Ci dovete pensare!“.
Il fatto è che noi ci pensiamo da una vita ma finora non c’era stata la stessa attenzione della magistratura, tutto qui. Ormai siamo arrivati al livello politico e c’è da pensare che non aspetteremo più tanto tempo, lo dicono tutti, anche se il tempo passa, per arrivare anche a Mario Occhiuto dopo Mario Oliverio.
Ma la questione chiave, al di là anche dello sputtanamento dei politici corrotti, è rappresentata dalle incredibili coperture dello stato travestito prima dall’ex procuratore Granieri e adesso dal procuratore Gattopardo, dai suoi pm, dai questori e dai prefetti che nel frattempo si sono succeduti, dai comandanti dei carabinieri per finire agli avvocati mediatori e garanti.
E’ tutto il sistema che va smascherato, altrimenti presto saremo di nuovo allo stesso punto di partenza. O di paranza?