Due grandi focolai per complessivi 264 casi positivi. La seconda fase del coronavirus a Cosenza e provincia è contrassegnata da una serie di eventi che hanno messo in grave crisi da una parte la Presila, Cosenza e Rende e dall’altra il Tirreno mentre, per fortuna, le cose vanno meglio sulla costa jonica, interessata in queste ultime settimane solo da pochi casi.
Le cifre che l’Asp di Cosenza aggiorna ogni 24 ore ci restituiscono la fotografia di una provincia che è stata ed è pesantemente colpita dal virus e che purtroppo non ha certo molte armi con le quali difendersi. Come abbiamo scritto più volte, il “grande focolaio” che abbraccia la Presila, Cosenza, Rende e Montalto e che coinvolge più cluster – come si dice in gergo – dilaga ormai non solo a Celico e a Casali del Manco (dichiarate “zone rosse”) ma anche in città se è vero – come purtroppo è vero – che ad oggi sono 10 i ricoverati residenti a Cosenza e ben 42 le persone in isolamento domiciliare per un totale, nient’affatto rassicurante, di 52 casi attivi solo nel capoluogo. E le cose non vanno certo meglio a Rende (48 in isolamento e 1 ricoverato) e a Montalto (14 in isolamento).
Quanto alla Presila, ormai purtroppo non ci fermiamo più soltanto a Celico e a Casali del Manco, perché c’è a tutti gli effetti anche la vicinissima Spezzano della Sila. I casi ufficialmente accertati sono 23 a Celico, 21 a Casali del Manco (ai quali va aggiunto il paziente 73enne deceduto ieri all’Annunziata) e 10 anche a Spezzano della Sila per un totale di 55 casi ma ciò che più preoccupa sono le quarantene preventive: 38 solo a Casali del Manco! Sommando i casi di questo “grande focolaio” arriviamo a 160 casi complessivi. Pare che tutto sia partito da un maledetto ricevimento di matrimonio per circa 300 invitati, che ha coinvolto il Tribunale di Cosenza (contagiato l’avvocato residente a Celico definito “paziente zero”), l’ospedale dell’Annunziata (un paziente del reparto di Ortopedia è stato contagiato da un visitatore della Presila e a sua volta ha contagiato alcuni infermieri), una comunità alloggio per anziani e anche alcune scuole. Seguono a ruota altri piccoli ma insistenti focolai riguardanti soprattutto le scuole di Cosenza e Rende, che allargano e completano il quadro. Un disastro!
E pare che siano stati altri due ricevimenti matrimoniali a scatenare l’altro grande focolaio del Tirreno, che ad oggi conta 94 casi complessivi divisi tra Belvedere (27), Scalea (16), Fuscaldo (11), Cetraro, San Nicola Arcella e Buonvicino (9), Diamante e Grisolia (5) e anche i 3 casi di Fagnano, che dipenderebbero direttamente da uno dei due ricevimenti di nozze. Anche qui sono tantissime le quarantene preventive dalle quali potrebbero venir fuori ancora altri casi. Solo a Cetraro se ne contano già 39.
Queste le dure cifre che ci troviamo a commentare e che riflettono una situazione preoccupante che non viene contrastata a dovere per l’inerzia pressoché totale della Regione, già deficitaria prima del decesso della presidente, ma anche dei vari sindaci dei comuni interessati, preoccupati più dei loro rapporti con le rispettive “movide” e i rispettivi serbatoi di voti che di fermare il virus. Così vanno le cose nella nostra triste realtà. Povera Cusenza nostra! Fonte: Iacchite.blog