“Fino a oggi non ho voluto parlare, soprattutto sui social, della mia “disavventura COVID”
Ma oggi sento il dovere di SENSIBILIZZARE, fin dove mi è possibile arrivare, e di DENUNCIARE
Ebbene anch’io , giovane di quasi 33 anni “sana” , come si è solito dire in quest’ultimo periodo, ho contratto questo maledettissimo mostro.
Vi assicuro che la paura della malattia l’ho sentita chiara sotto la pelle e mi attraversava il corpo. Alla paura di poter peggiorare il mio stato di salute si aggiungeva la paura di poter contagiare i miei bimbi e di non saper gestire la situazione. Ma i giorni di cura piano piano hanno portato a buoni risultati, quindi la paura inizia a passare. Ciò che non passa è il senso di colpa che ti porti dietro, per aver potuto recare danno a qualcun’altro senza la minima intenzione.( A questo ci ha pensato Dio, che mai mi ha lasciato la mano in questi giorni)
La tempestività è tutto.
Vorrei quindi che arrivasse il messaggio di non abbassare mai la guardia e che il prossimo che dirà “è solo un’influenza “dovrà vedersela con me”.
Ma vorrei anche denunciare un sistema completamente inesistente. Sappiatelo, sarete voi chiusi nelle vostre mura e nessun altro che vi chiederà o vi darà assistenza. Di amici ho capito di averne tanti, la solidarietà da amici e parenti è stata tanta ed è stata una mano santa per l’umore. Ma non basta. Si ha anche bisogno di assistenza, chi più e chi meno.
E di questa non c’è neanche l’ombra.
Sono fortunata e privilegiata ad avere due componenti della famiglia che sono ottimi sanitari e senza di loro non so cosa mi sarebbe potuto capitare. Ma non tutti hanno la mia stessa fortuna ed è per loro che sento il dovere di dire che siamo abbandonati! Una assistenza sanitaria latitante , mentre la gente nella disperazione più totale si sente appesa a un filo .
In questi giorni ho conosciuto tante storie di positivi COVID come me , tutte storie di abbandono , qualcuno si è ritrovato a dover correre a riparo con ossigeno o ignizioni attraverso tutorial YouTube tipo fai da te, oppure nelle ambulanze in coda e qualcun altro non ce l’ha fatta!
QUESTE NON SONO PIU’ VITTIME DEL VIRUS
SONO VITTIME DELLO STATO, DELLE ISTITUZIONI”

Fabiana

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