“Faccio fatica a parlarne. Troppo grave la situazione che sta per ritorcersi contro i detenuti della casa circondariale di Paola che cercano un riscatto attraverso la scuola, e contro gli stessi docenti dell’Ipseoa che hanno ricevuto il decreto di soprannumerario nonostante le classi formate con circa 80 detenuti. Una scure, quella dei tagli indiscriminati all’istruzione, si abbatte sulla parte più ai margini della società, su coloro che non hanno voce, che sono ristretti nel fisico e nello spirito, nonostante un Regolamento penitenziario che apre all’acquisizione di diritti soprattutto per coloro che sono prossimi all’uscita. Il diritto allo studio, alla crescita professionale, ad una consapevolezza del sè che impedisca la reiterazione del reato è tradito. Tagli che colpiscono circa 200 lavoratori della formazione della provincia di Cosenza. Una situazione davvero pesante dal punto di vista sociale che non bilancia con l’attivo dell’Ufficio scolastico.
E per noi che vorremmo meno delinquenti fuori e più persone libere di agire per lo sviluppo della nostra comunità non è una scelta né obbligata né di speranza”

Di seguito la nota dei docenti dell’Ipseoa di Paola, ma la situazione interessa anche i carceri di Cosenza, Rossano, Castrovillari, le scuole serali per immigrati e lavoratori.

“Lo scorso sabato, 25 maggio 2019, a guisa di doccia gelata, i docenti titolari afferenti all’IPSEOA “San Francesco di Paola” (CS), e prestanti servizio presso la Casa Circondariale ed il corso Serale, si sono visti recapitare per mail una missiva dai contenuti tanto agghiaccianti quanto incomprensibili: si notificava il soprannumero per l’a.s. 2019/2020. Questo in blocco per tutti, un totale di 14 insegnanti.
Evidentemente il provvedimento mira a terminare una volta per tutte le attività didattiche rivolte agli adulti ed agli individui in condizione di restrizione.
Ascoltando inoltre le voci provenienti dalle altre sedi carcerarie e serali della provincia, si apprende che uguale situazione viene vissuta presso Cosenza, Castrovillari, Rossano e Trebisacce.
Senza farcire di inutili belletti retorici il presente comunicato, si rende noto che tale provvedimento avrà come immediata ricaduta, drammatica e paradossale:

  1. la perdita di più di 200 posti di lavoro: tanti sono infatti i docenti soprannumerari che a questo punto inizieranno un calvario di viavai da una sede all’altra e da un territorio all’altro;
  2. a migliaia di individui già iscritti ai corsi serali ed ai corsi rivolti ai detenuti, viene precluso il diritto all’istruzione secondaria di secondo grado.
    Perché questo provvedimento? Quale motivazione ha spinto chi, ad adottare una decisione così brutale e folle nei modi e nelle ripercussioni?”