I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito delle attività di polizia economico – finanziaria di contrasto delle condotte illegali e fraudolente nonché dei fenomeni illeciti correlati con l’emergenza sanitaria, economica e sociale in atto, hanno avviato specifici controlli nei confronti di soggetti percettori dei cosiddetti “buoni spesa”, erogati dai Comuni alle famiglie in difficoltà, destinati all’acquisto di generi alimentari e di prima necessità. Con ordinanza n. 658 del 29 marzo 2020 del Capo del Dipartimento della Protezione Civile veniva disposto che il Ministero dell’Interno, entro il 31 marzo 2020, avrebbe effettuato, in via di anticipazione, il pagamento di un importo pari ad euro 400.000.000 in favore di Comuni, Regioni e Province autonome, tra i quali il Comune di Tropea, al quale venivano assegnate somme per 55.568 euro, interamente erogate.
I controlli, avviati in seguito ad una preliminare analisi di rischio dei dati acquisiti presso il Comune tirrenico, hanno riguardato le 225 istanze presentate e sono stati eseguiti mediante il riscontro delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione da parte dei richiedenti, relative sia ai medesimi che a ciascun componente del nucleo familiare.
Le indagini eseguite dalle fiamme gialle della Tenenza di Tropea, hanno permesso di accertare che la metà dei nuclei familiari richiedenti avevano presentato false autocertificazioni, dichiarando fraudolentemente di non avere fonti di sostentamento finanziario e di trovarsi in condizioni di difficoltà economica ovvero di indigenza, tali da non consentire nemmeno il minimale approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità.
In realtà, dall’attività ispettiva svolta è emerso che uno o più componenti dei nuclei familiari controllati, nel periodo di riferimento, a seconda dei casi, avevano disponibilità liquide anche rilevanti sui conti correnti; avevano ricevuto lo stipendio, anche per cospicui importi, a fronte di rapporti d’impiego regolari; avevano percepito il Reddito di Cittadinanza, indennità di disoccupazione o altre prestazioni sociali agevolate, come risultante dalle informazioni fornite dall’Inps, con il quale il Corpo intrattiene rapporti di collaborazione. Tra le irregolarità rilevate sono emerse anche richieste presentate distintamente da due componenti appartenenti al medesimo nucleo familiare, al fine di addivenire fraudolentemente all’ottenimento del contributo per un importo raddoppiato rispetto a quello previsto, ovvero autocertificazioni in cui era stata omessa l’indicazione di familiari coabitanti, risultanti dallo stato di famiglia, regolarmente retribuiti o già percettori di sussidi, allo scopo di simulare una condizione di indigenza.