Il Codacons ha pubblicato oggi una indagine sul sistema bancario, volta a verificare come gli istituti di credito rispondano alle richieste delle imprese che vogliono accedere ai prestiti da 25mila euro garantiti dallo Stato.
Dal monitoraggio dell’associazione, condotto su 15 banche, sono emerse le seguenti criticità:
1) Su 301 chiamate effettuate, 171 non hanno ricevuto alcuna risposta. Ciò nonostante sui siti delle banche e delle filiali fosse indicata la reperibilità;
2) Nel caso di risposta dell’operatore, una elevata percentuale sosteneva di non essere in grado di fornire informazioni, e che fosse necessario contattare il proprio gestore bancario.
3) La stragrande maggioranza delle banche interpellate ha affermato che il prestito viene concesso SOLO a chi è già cliente della banca. Nel Decreto Liquidità non vi è tuttavia alcuna norma che imponga a chi voglia usufruire del prestito garantito di aprire anche un conto corrente presso l’istituto cui si chiede il finanziamento, pratica vietata anche ai sensi dell’art. 21 del Codice del Consumo.
4) I pochi istituti bancari che hanno dichiarato di accettare richieste di prestito anche per i non clienti, hanno però richiesto di recarsi in filiale per un prima conoscenza e per valutare la proposta. Ciò appare di particolare gravità perché le misure di legge limitano gli spostamenti e incentivano contratti e comunicazioni a distanza ove possibile.
5) Nel corso delle telefonate è stato chiesto di chiarire se con la concessione del prestito garantito si potesse pagare un preesistente debito. Ebbene, nessuno è riuscito a fornire la corretta informazione per cui tale possibilità è esclusa per i prestiti al di sotto dei 25.000 euro con garanzia al 100%, ma è prevista la possibilità del rifinanziamento o consolidamento di debiti pregressi, con garanzia all’80% e con l’erogazione di credito aggiuntivo nella misura del 10% del debito residuo.
6) Quasi tutte le banche interpellate riferiscono con fermezza che la banca effettuerà per tutti i prestiti una valutazione, ma non si chiarisce su quali elementi la banca si baserà. Questa circostanza fa presumere la possibilità che tali criteri siano assolutamente discrezionali, nonostante il DL 23/2020 preveda che il Fondo di Garanzia non effettui alcuna valutazione sui richiedenti, ad eccezione della presenza di segnalazione in Centrali Rischi.
Le criticità riscontrate hanno portato il Codacons a presentare una formale diffida al Fondo di Garanzia – sostiene Francesco Di Lieto – affinché dia seguito entro 48 ore alle richieste di prestito presentate dalle aziende, e un esposto alla Banca d’Italia in cui si chiede di predisporre tutti gli accertamenti necessari volti a verificare la correttezza dell’operato delle banche, trasmettendo gli atti alle Procure della Repubblica competenti per le indagini del caso, alla luce dei possibili reati di rifiuto di atti d’ufficio, interruzione di pubblico servizio, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, inadempimento di pubbliche forniture.
Sul sito www.codacons.it , infine, l’associazione ha pubblicato un modulo attraverso il quale le piccole imprese possono segnalare problemi e ostacoli incontrati nella richiesta di prestito garantito sotto i 25mila euro.