Di Settimio Alò
La partita di campionato 1^ categoria che il San Lucido ha giocato ad Amendolara, questo week end appena trascorso, ha avuto un epilogo amaro e doloroso, che nulla a che fare con il calcio nel suo significato più semplice.
Ad una manciata di minuti dal 90°, un colpo subito da un giocatore ospite ha scatenato un parapiglia generale, che trasformatosi in quasi rissa, ha indotto l’arbitro, il sig. Mancuso di Cosenza, a decretare la fine della gara “in quanto non sussistevano più i requisiti minimi per poter proseguire”.
Ma non solo. Durante il corso della partita il difensore rosso blu De Luca subiva un violentissimo colpa, una gomitata, tale da comportagli la perdita di ben 5 denti. Provato dal dolore ma convinto di poter proseguire, l’eroico De Luca non ha voluto abbandonare il terreno di gioco non dando segni di cedimento. Una sospensione di una gara e resta una macchia per lo sport calabrese specie se l’interruzione ha come causa una rissa. Chi ha presenziato all’incontro ha parlato di minacce di atti intimidatori e velate (ma non troppo) allusioni a capi di zona. Inoltre pare che il San Lucido calcio, lo staff, la società, lamenti una informazione di stampa sui fatti accaduti sullo jonio, assolutamente rovesciati, accusando addirittura i tirrenici di aver aizzato e provocato la rissa di cui sopra.
In attesa della relazione del referto del sig. Mancuso e di come si esprimerà il giudice sportivo, resta un’altra tristissima pagina nera del calcio dilettantistico calabrese, proprio all’indomani di un’aggressione di un giovane ragazzo arbitro laziale malamente picchiato durante una partita di promozione. Voci e racconti di chi ha vissuto una domenica di cronaca non certo di sport che dovranno trovar conferme o smentite