Fonte: La Repubblic Abbas, pakistano, da anni abitante di Amantea, con un regolare permesso di soggiorno, è stato trasferito per errore nelle strutture di quarantena accanto al Cara di Isola Capo Rizzuto, nei pressi di Crotone. Motivo? Era di fronte alla struttura di Amantea che per qualche giorno ha ospitato un gruppo di sopravvissuti ad uno sbarco, in seguito spostati a causa delle proteste che hanno bloccato il paese, e anche lui è stato costretto a salire sul pullman che trasferiva i migranti a Isola Capo Rizzuto. Nonostante abbia mostrato a tutti i suoi documenti, da giorni si trova nella struttura che ha filmato in questo video, senza sapere perché. Quando ha capito che i suoi compagni di viaggio erano stati in contatto con positivi al Covid 19 ha iniziato ad avere paura. Perché per lui, con un sistema immunitario compromesso, il coronavirus può essere mortale. Negli audio inviati a Repubblica, di cui ascoltiamo un estratto, chiede: “Aiutatemi, sembra che mi abbiano arrestato”.

Questa qui di seguito la posizione del partito Democratico di Amantea:

PD Amantea: “sul caso del povero Abbas si sta consumando l’ennesimo, incomprensibile, equivoco

Sul caso del povero Abbas si sta consumando l’ennesimo, incomprensibile, equivoco. Né si possono utilizzare “sacrosante” questioni umanitarie per strumentalizzare situazioni e offrire rappresentazioni alterate della realtà. Proprio come avviene quando si cerca di far passare Amantea come una città razzista: è la sua storia, infatti, che racconta che si tratta di un luogo dove l’accoglienza avviene con atteggiamenti vivi nella quotidianità.
Abbiamo interessato della vicenda – allarmati dagli articoli di stampa – la parlamentare del Partito Democratico Enza Bruno Bossio, la cui sensibilità verso la tematica è nota. Ciò che viene fatto passare quale “errore”, in realtà, è la conseguenza di una segnalazione dell’Asp riguardante l’avvenuto contatto tra Abbas e i pakistani in quarantena presso il CAS: circostanza che l’ha imposta, purtroppo, anche per lui.
Resta il fatto che adesso l’urgenza è tutelare questo ragazzo, che per via di alcune patologie necessita di assistenza specifica. Anche su questo abbiamo interessato l’On. Bruno Bossio: con ogni probabilità Abbas trascorrerà la quarantena a Crotone, e questo è stato chiesto per evitargli il trauma e lo stress di un nuovo trasferimento.
La richiesta che è stata formulata, ed in tal senso ci si sta muovendo, è che possa – terminata la quarantena – rientrare per fine mese ad Amantea dove lo stesso vuole tornare perché qui vive la sua socialità e le sue relazioni umane e comunitarie.

Direttivo PD Amantea Circolo Moro-Berlinguer

Di seguito, la posizione dell’associazione “La Guarimba”

AMANTEA: PRIVAZIONE DI LIBERTÀ E PSICOSI.

Abbas è da 4 anni ad Amantea con regolare permesso di soggiorno.
Il giorno in cui i militari sono venuti a trasferire gli ultimi 11 ragazzini, per causa delle proteste infami, lui si trovava nelle vicinanze.

Una signora da un balcone ha gridato ad uno dei militari di arrestare anche “quello là”. E così, Abbas è stato messo sull’autobus della deportazione insieme agli altri.
A nulla è servito che spiegasse che lui non era parte di quel gruppo. Tanto sono tutti uguali e chi se ne frega di loro.

Abbas ha bisogno di cure che trovava qui in paese. Ma soprattutto: la sua deportazione non ha senso. Si trova in un posto senza che nessuno gli spieghi nulla, senza nessun tipo di assistenza, con una paura tremenda.

Questo è un precedente veramente terribile e pericoloso, non solo per i rifugiati, che sono sempre esseri umani (purtroppo bisogna ricordarlo) ma per tutti quelli che come me sono un po’ diversi. Dovremmo essere tutti perplessi davanti a questa violazione dello Stato di Diritto.

Le condizioni dove sono stati trasferiti questi ragazzi sono orribili e disumane, e lo abbiamo denunciato con un articolo su Repubblica appena uscito: https://video.repubblica.it/cronaca/la-videodenuncia-del-migrante-malato-di-hiv-prigioniero-nel-cara-per-errore-aiutatemi/364298/364854

Noi dell’Associazione La Guarimba, da sempre in prima linea per i diritti umani senza ipocrisia, insieme al team legale Pensare Migrante, garantiremo la difesa legale di Abbas e la sua messa in libertà.