“Le nostre città bombe ad orologeria”
Siamo nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria e come tale andrebbe trattata.
Invece nessuno controlla nessuno.
Dopo la drammatica situazione del CAS Amantea e la sua mala gestione, in una struttura per dare un termine semiadeguato pare vivono circa undici persone. Gli amici dei ragazzi sono già stati individuati dal servizio di igiene e prevenzione e si sottoporranno al test a breve, ma i tamponi saranno allargati anche alle aziende in cui i migranti hanno lavorato nei giorni precedenti all’emersione del virus.
Sorge però un grave problema:
quanti di noi sono andati in posta, al supermercato o chissà dove, senza nessuna registrazione o prevenzione proprio come i ragazzi contagiati?
Per queste ragioni e con la precedente esperienza avuta nel mese di luglio chiedo alla commissione prefettizia di alzarsi le maniche e gestire la situazione insieme al governo nazionale che sicuramente tutelerà la nostra comunità supportandola con fatti concreti.
Nonostante uno scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose qui vive molta gente onesta che paga le tasse adempie ai propri doveri ma si vede continuamente negati i propri diritti. È tempo di dire basta.
Le politiche di accoglienza non si fanno con le ordinanze deportatorie e propagandistiche, ma con una seria pianificazione dei flussi migratori, del mantenimento degli stessi,
e di un’accurata prevenzione della salute pubblica.
Stiamo pagando come comunità la mancata presenza dello Stato e delle Istituzioni.
Simone Vairo