Di Alfonso Lorelli.
Trovo veramente incomprensibile il silenzio dei sindaci del Tirreno cosentino, da Scalea ad Amantea, sulla scelta assurda fatta da RFI di dirottare l’Alta Velocità da Praia a Mare a Tarsia e da lì a Lamezia Terme passando per Cosenza, anzichè utilizzare il tracciato costiero esistente, magari modificandolo in qualche tratto per renderlo più idoneo. Non p, cui aggiungere quelli dei Comuni collinari limitrofi, non si rendano conto dei futuri enormi danni che quella insensata scelta produrrà all’intero territorio da loro amministrato ed abitato da circa un terzo dell’intera popolazione della Provincia di Cosenza; danni sia in termini di sviluppo economico-turistico che di comunicazione-relazione con il resto del paese. Nè capisco il silenzio dei cittadini, della associazioni, dei partiti, delle organizzazioni di categoria, dei sindacati, che restano muti dinanzi ad un’opera che non trova alcuna spiegazione razionale. Nei due Comuni più popolati del Tirreno cosentino (Paola ed Amantea) che dovrebbero essere capi-fila della protesta, partiti, politici e politicanti pensano soltanto alle prossime elezioni amministrative, a costruire alleanze, a fare accordi di lista, a trovare candidati “forti”, magari anche a fare accordi sottobanco e poco trasparenti, ma nessuno pensa veramente al futuro possibile delle loro città, altrimenti non ci penserebbero un solo minuto a mobilitarsi sulla scelta del terzo lotto dell’Alta velocità. La deviazione della linea AV da Praia verso l’interno (Tarsia-Cosenza-Lamezia) non solo penalizzerebbe il Tirreno cosentino ma eliminerebbe il fine stesso dell’Alta velocità che è quello di ridurre i tempi di percorrenza tra Salerno e Reggio Cal., tempi che verrebbero invece aumentati anche rispetto a quelli attuali. Inoltre la costruzione di due lunghissime gallerie (Praia-Tarsia e Cosenza-valle del Savuto) farebbe triplicare i costi dell’opera, ne rallenterebbe la realizzazione, farebbe realizzare enormi profitti alle imprese costruttrici e l’opera potrebbe diventare un’altra eterna incompiuta del Mezzogiorno d’Italia. Soltanto il silenzio colpevole di tutti coloro che dovrebbero ribellarsi può far realizzare un’opera che brucerà miliardi di euro sull’altare del profitto e del becero campanilismo, proprio come fu sessantanni fa per l’A.3. Credo però che la ribellione delle popolazioni interessate, guidate dai loro sindaci, può ancora impedire che la sciagurata scelta vada in porto; e ciò non solo nell’interesse delle popolazioni del Tirreno cosentino ma di tutta la Calabria e dell’Italia intera.