Nella sua personale versione da un punto di vista femminile, Sofia Coppola con il suo “The Beguiled” sembra aver messo in scena un film a sé stante che ha ribaltato totalmente i ruoli e le caratterizzazioni dei personaggi originari.
Ciò detto, viene naturale chiedersi se l’acclamata regista abbia realmente letto “A painted Devil” di Cullinan dal quale si supponga provenire il suo film, o se semplicemente si sia limitata a mettere su pellicola un remake dell’allora “The Beguiled” di Siegel con Clint Eastwood, buttandovi dentro nomi di un certo calibro, con la speranza di un film riuscito.
Quello che però ne viene fuori è un film di una lentezza aberrante, che nel vano tentativo di offrire una grafica quasi bucolica, un’ambientazione il più reale possibile, sfocia in un progetto che mai decolla dipingendo una storia piatta, con personaggi che mai si evolvono o cambiano.
“The Beguiled” racconta la storia del caporale nordista John McBurney, nel film Colin Farrell, che viene ritrovato ferito dalla piccola Amy, dopo esser scappato dalle truppe sudiste. Viene dunque condotto nel collegio femminile di Miss Martha, Nicole Kidman, dove dopo un po’ diviene l’oggetto sessuale della direttrice e delle altre innescando così un gioco subdolo di gelosie e vendette che finirà in modo crudele.
Nonostante il film sia stato accusato di una visione troppo sessista, avendo totalmente ribaltato il ruolo di John da martire a carnefice giustificando quasi le azioni delle donne, The Beguiled si mostra come una pellicola priva di mordente dove, a causa di una deludente introspezione psicologica dei personaggi e di una continuità temporale terribilmente noiosa, la mancanza totale di contenuti rende impossibile classificarlo o semplicemente accusarlo di un qualcosa che possa indicare una qualunque scelta.
Che lo stile della Coppola fosse questo, è risaputo, eppure nel film l’insipidità della resa, causata proprio da una regia alquanto discutibile (Palma d’oro al Festival di Cannes ndr), rende il tutto esasperato tanto che persino i momenti più salienti, di picco, mostrano una certa inadeguatezza, una certa farraginosità anche nei dialoghi banali ed in alcuni casi fuori luogo.
“The Beguiled” è uno di quei rari film che nella sua continuità crea vuoti pesanti e storpia le situazioni in un tentativo maldestro di renderle il più vero e lente possibili, adombrando le performance di un po’ tutto il cast che da Farrell alla Kidman connotano i personaggi di un’insulsaggine notevole.
Questa continua ricerca di creare un nuovo stile, con espedienti particolari, visioni personali sembra aver fuorviato il progetto della Coppola, laddove forse un po’ più di semplicità ed attinenza avrebbero fatto la differenza.
L’amaro in bocca resta nel pubblico che esaltato dalle positivissime recensione ottenute a Cannes, ne rimane alquanto deluso e confuso.
Sembra proprio che qui l’unico inganno sia “L’Inganno”.