PAOLA- Dura disamina del gruppo politico della Rete dei beni comuni, rappresentata da Andrea Signorelli in consiglio comunale. Al centro della reprimenda, la nuova era di Giovanni Politano, ancora orfana di un assessore al bilancio. Questa la loro dura nota stampa:
«Con un sindaco che rallenta e degenera tutto ciò di cui si occupa (sorvoleremo sulla frizzante atmosfera venutasi a creare in Forza Italia dal momento della sua mendicante presentazione), la comunità paolanas’avvia ad assistere al prossimo consiglio comunale. Un’assise che si terrà a partire dalle 8.00 del mattino del 29 novembre, un orario quasi scolastico, di sicuro anticipato rispetto alle più recenti adunanze. Il motivo di questa scelta probabilmente è dovuto alla delicatezza delle tematiche che verranno discusse, in larghissima parte attinenti a materie relative al bilancio dell’ente. Il fatto che ci si riunisca tanto presto come a scuola, induce a pensare che l’aula “Lo Giudice” sarà teatro di una lezione di economia e finanza, una sessione che probabilmente, dal momento in cui verrà chiamato il primo appello, si protrarrà per parecchie ore. Peccato però che manchi il professore. Dell’assessore al bilancio, l’amministrazione guidata da Giovanni Politano, ne sta facendo a meno da prima di Ferragosto, e il 29 novembre è già quasi Natale. Un’occorrenza davvero sgradevole, che non induce ottimismo nell’immaginarla proiettata in consiglio, dove ad uno ad uno – come è già successo altre volte – verranno chiamati a rispondere i dirigenti degli uffici, perché ormai è più che assodato (per non dire ovvio), considerare l’attuale delegato alle finanze (nientemeno il sindaco!), impreparato a gestire le criticità dei numeri. Egli, come già detto, ha criticità ovunque posi lo sguardo o tocchi qualcosa. La sfilata dei responsabili settoriali del municipio, chiamati a rispondere dal banco dell’esecutivo, è davvero la più penosa rappresentazione del momento amministrativo attuale, quello (de)generato dalla “nuova era”. Dipendenti pubblici chiamati a relazionare su scelte che hanno anche un impianto politico, un’impronta forte della classe dirigente sorta all’indomani delle elezioni 2022. Senza un assessore al bilancio, e con un primo cittadino molto impegnato a salvare perlomeno la sua fascia, il film che andrà in sala il 29 novembre prossimo rischia di passare per la “cagata pazzesca” di fantozziana memoria, una “Corazzata Potemkin” senza neanche la scena madre. «Non ci sono le condizioni per poter lavorare con serenità», disse in agosto l’ex delegato alle finanze, Pasquale Filella, con tono severo ma garbato, all’atto di rassegnare pubbliche dimissioni nel corso di un consiglio comunale molto nervoso.
Più di tre mesi sono trascorsi da allora, e da ciò che si percepisceall’esterno delle dinamiche della maggioranza, non pare proprio che la serenità sia uno stato che si possa attribuire al “governo Politano”. «È stato fatto un grande lavoro ma confliggono, da un po’ di settimane, azioni amministrative tendenti a rallentare il lavoro fatto». Sempre parole di colui che è stato il “secondo” assessore al bilancio di questa fantastica “nuova era”, subentrato in corsa a Francesca Sbano, vittima della prima ondata destabilizzatrice causata dal crollo dello junior team del PD a trazione Di Natale, vale a dire “La migliore Calabria”. Una situazione paradossale, due assessori al bilancio saltati in due anni, più che di “rallentamento” si dovrebbe parlare di arresto (della marcia) e addirittura di avere innestato la retro. Una sorta di dietrofront che Paola sta pagando a caro prezzo in termini di qualità e costo della vita.
Nell’opulenta stagnazione venutasi a creare, fatta di sagre e festival di piazza, di cantieri aperti e lasciati in corso d’opera (per poi essere riattivati a distanza di parecchio, malgrado le sofferenze di automobilisti e pedoni), con una città in ginocchio sul versante del servizio idrico e non del tutto in sicurezza per quanto concerne il rischio idrogeologico, con scadenze imminenti che impongono dinamismo e libertà d’azione per evitare il peggio, il fatto che l’amministrazione comunale sia ancora priva di un elemento tanto importante, qual è l’assessore al bilancio, la dice lunga sulle priorità di chi siede al vertice dell’amministrazione, impegnato a salvarsi la fascia pure a costo di aspettare fino a quando ormai sarà troppo tardi. Il prossimo assessore potrebbe trovarsi con un Pnrr da gestire, insieme ad un dissesto»