La Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza assolutoria emessa in primo grado per A.T., F.I. e G.P., tutti accusati di omicidio colposo per la morte di A.B. operaio deceduto nel 2013 a seguito di una folgorazione durante un intervento presso la cabina elettrica del depuratore comunale di Fiumefreddo Bruzio.

Il tragico evento risale al 2013, quando B., 40 anni, rimase colpito da una scarica elettrica mentre sostituiva un fusibile nella cabina di trasformazione dell’impianto, riportando ferite gravissime che lo portarono alla morte nell’ospedale di Napoli.

Il processo, avviato nel 2017, ha visto gli imputati assolti nel 2021 dal tribunale di Paola, ma l’accusa aveva presentato ricorso in appello per ottenere un riesame del caso.

Ora, con la conferma della sentenza da parte della Corte di Appello, viene definitivamente riconosciuta l’estraneità dei tre alle responsabilità per il decesso dell’operaio.

I tre erano stati accusati di negligenza e imperizia nella gestione della sicurezza del depuratore e nella supervisione delle operazioni affidate a B.

A.T., all’epoca amministratore della società Impetec Costruzioni Spa e difeso dall’avvocato Coppola, era il responsabile della ditta incaricata dell’intervento nel depuratore; G.P., rappresentante legale della ditta Tecnologia e Sicurezza – società incaricata da Impetec per operare sul sito – era rappresentato in giudizio dagli avvocati Enzo Belvedere e Claudio Cavaliere; F.I., responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Fiumefreddo Bruzio all’epoca dei fatti, è stato difeso dall’avvocato Massimo Zicarelli.

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