SCALEA- Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, anche se spesso imparare a contare fino a dieci potrebbe aiutare, specialmente se si ritiene di mettere su piazza, virtuale, accuse social pesanti nei confronti d’un primo cittadino al quale, tutto si può dire tranne che non sia persona integerrima, onesta e trasparente.

E invece no. Si è preferito tirare in ballo ancora una volta Giacomo Perrotta, sindaco del comune di Scalea troppo spesso finito nel mirino di critiche ad hoc, strumentalizzazioni ed accuse infondate.

Nulla da dire sulla giornalista che si è lasciata andare, ad uno sfogo social “importante”, salvo poi apprendere che la rimozione di un suo articolo, era stata volontà dell’editore e non su richiesta del sindaco come fatto credere in un primo momento.

Nulla da dire verso un editore, una testata giornalistica rispettabile, che ha e segue una linea editoriale, senza dover dar certo conto a qualcuno, anzi, in libertà ed autonomia.

Nulla da dire a loro, ma certa politica che bazzica nel comune di Scalea, ha dimostrato ancora una volta di sparare nel mucchio, giusto per, al solo fine di abbattere (in realtà invano) l’avversario politico. Non è la prima volta. Non sarà l’ultima. Attaccano a tutto spiano, si impegnano sui social, diramano e sciorinano note stampa, lanciano accuse, alcune delle quali velate, come quelle verso chi – a detta loro – chinerebbe la testa e la schiena, provocando come unica reazione a chi ascolta una fragorosa risata, ed un sorriso, anche abbastanza sarcastico.

Anche sulla vicenda della censura, certa politica a Scalea ha dimostrato di che pasta è fatta. Accuse al sindaco. Video. Post di solidarietà alla giornalista, senza neanche accertarsi della verità dei fatti. Sentenze emesse sui social senza nemmeno aver sentito l’altra campana e parole pesanti dette con troppa leggerezza.

E poi? Una volta chiarita la vicenda, nessun messaggio di scusa.

Nulla di nulla. Un atteggiamento che ha portato anche la diretta interessata a respingere le strumentalizzazioni politiche, ritornate indietro ai mittenti come un boomerang.

Cosa resta di questa vicenda? Le critiche infondate. Lo spettacolo offerto sul web, l’immagine di una città che appare per quello che non è, la cittadinanza disorientata. La confusione, quella che piace a certa politica priva di argomentazioni valide, quella politica che ha amministrato e ha fallito, ed è stata bocciata dagli elettori. Ma questo a Scalea lo sanno anche le pietre e non saranno le accuse sui social a farlo dimenticare. Ad Maiora.