Se il turista non va a Belvedere, è Belvedere ad andare dal turista; seppur comodamente seduto sul divano di casa o su di una panchina nel parco cittadino, non si priverà di una visita guidata nell’incommensurabile patrimonio storico-artistico e religioso della cittadina calabrese.

Si viaggia nel tempo e nella bellezza dei monti che baciano il mare, gratuitamente e senza alcun spostamento: basta un semplicissimo click e riempirete di sapere le valigie che per quest’anno avete lasciato vuote.

Una testimonianza, quella del Museo Virtuale Parrocchiale (visitabile sul sito www.museo parrocchialebelvedere.it), che come un viaggio edifica il nostro bagaglio culturale e attira inevitabilmente la sete di conoscenza dei curiosi locali e non.

La presenza di questo portale, riccamente articolato, è la materializzazione di una tradizione accademicamente riconosciuta, esplicata in una vera e propria vetrina espositiva di elementi storici, artistici e religiosi tra i quali non si può che tracciare un confine all’apparenza davvero impercettibile.

Elementi che insieme narrano Belvedere Marittimo, “borgo della sapienza”, i cui riti si confanno senza alcun dubbio alla nobile storia del territorio, da feudo a principato, da marchesato ad un odierno centro di attrazione culturale e turistica.

La realizzazione del progetto (la cui iniziativa fu dettata dapprima dall’ex parroco della comunità di “Santa Maria del Popolo”, don Giovanni Alessi, e in seguito dal suo successore Don Francesco Maria Castelluzzo), là si deve all’architetto Giovanni Terranova e all’appassionato ricercatore di storia locale, nonché redattore del portale, Franco Liporace; una cospicua collaborazione tra esperti che vide luce già nel lontano 2011, quando lo scopo comune era “la riqualificazione dei locali del Santuario dedicato a Maria Santissima delle Grazie e Consolazione” (cit. Terranova).

In qualità di comune con più opere d’arte religiosa disseminate, e dunque annoverato quale il più ricco della diocesi di San Marco Argentano-Scalea sotto il profilo del patrimonio chiesastico, Belvedere Marittimo vanta un itinerario sacro ad litteram, ubicato tra i vicoli medioevali e resti di mura di cinta, circoscritto nei locali fisici e calpestabili della parrocchia “Santa Maria del Popolo e Santi Giacomo e Nicola”.

Il museo virtuale, volto alla massima promozione di un incommensurabile patrimonio non ancora del tutto conosciu quanto esplorato, si articola in 5 sezioni, ciascuna dedicata a trattare un’area culturale che spazia dall’arte all’oggettistica liturgica, dall’archivistica alla storia; un museo propriamente detto che si fa ibrido tra il manuale e la guida turistica, con l’alternanza tra il testo e una ricca galleria di immagini ad alta risoluzione con annessa didascalia. L’itinerario d’arte sacra rappresentato sotto forma di piantina digitalizzata, ha inizio tra le mura della Chiesa del Santissimo Crocifisso per poi proseguire alla volta del Santuario di Maria S.s della Grazie e Consolazione, l’’ipotetica” casa natale di San Daniele Fasanella (non si hanno ad oggi dati che ne accertino la nascita in Belvedere Marittimo), la Chiesa di Santa Maria del Popolo (Chiesa Madre), di origini medioevali, e la piccola chiesa di San Giacomo Apostolo Maggiore, nella quale è venerata l’effigie della Madonna del Rosario.

Nessun luogo citato è scevro da un testimone che ne narra la fitta trama, fatta di fede (radicata profondamente nel culto mariano) e letterale artificiosità ed elaborazione artistica, materializzatasi in tele rinascimentali e barocche di scuola napoletana, turiboli in argento, ostensori raggiati in bronzo, argento e ottone fuso, e paramenti liturgici riconducibili ai secoli XIX e XX secolo (dalmatiche, manipoli e stole).

Singolare nella tradizione religiosa belvedere è la massiccia presenza delle Confraternite in passato (7 per l’esattezza), alle quali è dedicata un intera sezione del sito; impattante fu ed è il loro ruolo nella preservazione, in epoca napoleonica, di una buona parte costituente il patrimonio in questione (specie ciò che risale all’antico culto del Venerdì Santo).

Ad oggi ne vengono ufficialmente riconosciute 2 (Confraternita delle Grazie e Confraternita del Rosario), secondo le “PLATEE” (rispettivamente datate 1767 e 1875), dei documenti digitalizzati in formato originale, consultabili nella sezione “sala lettura” e “beni letterari e archivistici” a cui si aggiungono prestigiose opere quali la “BIBLIA SACRA ILLUSTRATA” (edita a Venezia nel 1723 da Nicola Pezzana), “SALTERII PER IL CORO FESTIVO E FERIALE DI SANTA ROMANA CHIESA” (1853) e gli antichi libri dei principali sacramenti (battesimi, cresime, matrimoni e funerali) in ambito parrocchiale, databili tra il 1580 e il 1807.

Ultima, ma non per importanza, la sezione dedicata alla pietà popolare, agli antichissimi riti della Settimana Santa, mediante l’uso di micro paragrafi in merito alle statue raffiguranti i misteri, agli oggetti di manifattura artigianale utilizzati nell’animazione della processione, ai testi dei canti tipici del triduo pasquale.

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