Di Francesco Maria Storino. Fonte: Gazzetta del sud

Il vasto compendio probatorio di “Affari di famiglia” si fonda su una cospicua mole di intercettazioni con oggetto la cosiddetta “droga parlata”. Nelle conversazioni oggetto di indagine si evidenziano e descrivono incontri, appuntamenti e contatti tra soggetti che risultano tra di loro collegati ed hanno alla loro base lo spaccio di stupefacenti. Dialoghi spesso criptici caratterizzati da terminologie precise. Il narcotraffico sul litorale cosentino è stato oggetto di quell’inchiesta che la Dda contesta alla consorteria criminale tra Longobardi e Paola in un arco temprale di sei anni (dal 2018 al 2024). E oltre alla droga sono finite nei fascicoli dell’antimafia le estorsioni con l’aggravante mafiosa, i reati in materia di armi, l’esercizio abusivo del credito.

In “Affari di famiglia” sono coinvolte 51 persone. Il Gup si dovrà determinare il prossimo 2 maggio sulla richiesta di rinvio a giudizio della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro. Rischiano il processo per rito ordinario che verrà poi trasferito per competenza nel collegio del Tribunale di Paola 32 persone.

Nell’inchiesta è anche finito un consigliere comunale di maggioranza che dovrà rispondere delle accuse mosse su una presunto cambio di residenza fittizia per favorire la richiesta di reddito di cittadinanza di F.C..

Il Gup dovrà inoltre decidere a riguardo delle posizioni di 18 imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

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