PAOLA- “La tutela degli spazi pubblici ha necessariamente bisogno di regolamenti che siano chiari e validi per tutti i membri di una comunità. Proprio nell’ottica di tutelare l’interesse collettivo delle associazioni, di chi vive la città e di tutti i cittadini e le cittadine abbiamo deciso, nel mese di ottobre, di approfondire la situazione di alcuni spazi pubblici attraverso lo strumento dell’accesso civico generalizzato.
L’obiettivo è quello di non lasciare luoghi abbandonati, ma renderli fruibili e vivi, non lasciando il loro utilizzo all’arbitrarietà e alla discrezionalità di chi, mutatis mutandis, giunge al potere in Città.Dopo cinque mesi, con un ritardo fuori dai termini di legge previsti, dall’Ente Comunale di Paola abbiamo ricevuto una parziale e incompleta risposta alle domande .Unico caso, sui quattro luoghi individuati, in cui la risposta risulta chiara e completa riguarda l’affidamento della gestione del Parco Fluviale “Lungo Fiume”; per quanto riguarda gli altri tre spazi, invece, dubbi e domande continuano a restare aperte.Infatti non possiamo che prendere atto di alcune discrepanze fattuali sull’utilizzo e la fruizione rispetto alle autorizzazioni poste in essere.I locali appartenenti all’ex sede dell’ IPSCT “ Padre T. Pisani”, come è possibile leggere nella risposta all’accesso civico generalizzato ricevuta, risultano essere affidati in comodato d’uso gratuito all’Associazione “Croce Rossa”; pertanto qualsiasi altra attività eventualmente svolta all’interno nei locali dello stabile risulterebbe priva di qualsiasi autorizzazione e legittimità.Situazione simile emerge per il Centro laboratoriale Sette Canali che risulta essere affidata, con una concessione temporanea, alla Pro Loco e al gruppo Scout Agesci.Sembrano lontani i tempi del progetto “Territorio Solidale” – volatilizzato nel cosmo politico paolano e di cui non troviamo traccia – dell’era Ferrari.Capitolo a parte, del resto, merita la storica sede della Casa del Popolo “Raffaele De Luca”, posta in Piazza IV Novembre, apparentemente inutilizzata e privata della sua disponibilità a danno di tutti i cittadini e le cittadine. Lo spazio comunale risulta affidato dal 2019, per la durata di 6 anni, all’Associazione Culturale “Casa del Popolo” che, secondo quanto previsto nella determina di affidamento, dovrebbe pagare un canone mensile di 360 Euro.Non possiamo però tacere sulla discrepanza che riscontriamo nelle autorizzazioni e le concessioni di questi beni pubblici e il loro utilizzo, perpetrato attraverso una pratica diffusa -super partes- del favore e di rapporti amicali che penalizzano l’aggregazione e la socialità.Vogliamo quindi rilanciare una riappropriazione degli spazi pubblici, per la collettività e le associazioni della nostra città, in modo trasparente e partecipato al fine di arricchire il nostro territorio di momenti aggregativi e di incontro.Non possiamo sorvolare nemmeno, in ultimo, sui silenzi ingiustificati per quanto concerne le eventuali inadempienze dei beneficiari degli spazi che, nelle risposte ricevute, non vengono minimamente prese in considerazione senza un apparente motivo.La nostra città non è di chi acquisisce il potere a legislature alterne, ma di chi la vive e ha la volontà di porre in essere gestioni virtuose degli spazi collettivi nel solo interesse della comunità di riferimento. Chiediamo che gli spazi di tutti e tutte debbano essere gestiti secondo trasparenza e correttezza, senza che nessuno possa pensare di esserne esclusivo proprietario senza averne neanche la legittimità”. È quanto rende il movimento CoLPo con sede a Paola.