TORTORA- Chiesa Stella Maris di Tortora gremita ieri sera, martedì 27 febbraio, per commemorare il primo anno della scomparsa di Francesco Prisco, il trentenne morto in seguito alle ferite lasciate dai colpi di fucile, sparati nella notte tra il 16 e il 17 febbraio 2023. L’agguato avvenuto in via Ruggiero Pucci scosse la cittadina. Per quell’efferato episodio è al momento in corso il processo, che sta procedendo con il rito abbreviato. Tre gli imputati, ossia Angelo Lentini, Michele Tufano e Jonathan Russo. L’ultima udienza si è tenuta il 15 febbraio scorso e si tornerà in aula il 9 aprile.

Una tragedia che “mai più deve ripetersi”, come detto anche dal parroco don Antonio Pappalardo che, nel corso della sua omelia, ha voluto sottolineare la necessità di “riaprire gli occhi su situazioni marginali, che spesso ci sfuggono o che gettiamo nell’indifferenza; dall’attenzione che dimostriamo di avere verso certi problemi, si costruisce il senso di comunità”. E anche la mamma di Francesco, Erminia Limongi, durante questo anno trascorso, nonostante il dolore, ha sempre voluto ribadire la necessità di non abbandonare i giovani e le famiglie che cadono nel tunnel della droga o che sono vittime di situazioni di disagio.

Lei sapeva bene dei problemi di Francesco, della trappola che la droga innesca, e di tutta la forza che ha dovuto metterci per cercare di salvarlo; il triste epilogo è purtroppo noto, ma non va dimenticato. Da qui bisogna ripartire per aiutare chi è nella stessa situazione, in questo modo è anche possibile squarciare il velo di omertà che, a volte, avvolge le nostre piccole comunità. Perciò, ieri sera, vicino al campetto di calcio della chiesa Stella Maris di Tortora, è stato piantato un ulivo bianco.

“Una pianta – ha detto la presidente della Pro Loco di Tortora, Rosalba Caputo – considerata sacra, che prima veniva messa proprio nei pressi delle chiese o dei luoghi di culto; un albero che rischiava di estinguersi ma che, grazie a un’operazione di recupero, è ritornato sui suoli della Calabria. Il suo colore particolare e le sue olive, che sembrano perle, lo rendevano particolare alla vista, per il suo biancore luminescente. Oggi è un simbolo anche per noi, affinché ogni giovane che lo veda possa capire quanto importante sia la vita”. Fonte: Radio Digiesse

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