Di Alessandro Pagliaro
La vicenda dell’Ospedale di Paola è arrivata al limite del grottesco. Da una parte si contesta la riorganizzazione del piano sanitario regionale di Occhiuto anche con ricorsi amministrativi al Tar, mentre dall’altra si difendono le scelte del riordino con il trasferimento del reparto di chirurgia a Cetraro. È una querelle che non appassiona più nessuno. Le recriminazioni del comitato cittadino per la salute hanno esaurito la propria carica propulsiva. Rimangono confinate nell’ambito locale senza proiezioni all’esterno. Nemmeno il PD a livello calabrese e nazionale ha spostato la causa di Graziano Di Natale. Nessuno consigliere regionale e nemmeno un rappresentante parlamentare del partito di Elly Schlein ha partecipato al movimento di protesta. Tutto ha il sapore di propaganda . Il risultato nel PD è che il partito è ormai ridotto ai minimi termini, con la fuoriuscita di due consiglieri comunali e di un assessore che hanno deciso di sostenere l’esperienza amministrativa di destra. Così come rimane ambigua la posizione di chi ha dichiarato guerra al sindaco Politano, mentre di fatto rimane in giunta con l’assessore Barbara Sciammarella espressione di quello che rimane del Pd. A nulla valgono le scuse di chi ha ammesso pubblicamente di aver sostenuto alle amministrative Giovanni Politano. Troppi errori sono stati commessi in tanti anni. Nella passata legislatura il PD che prima appoggiò Roberto Perrotta, dopo quattro anni gli ritirò la fiducia. Allo stesso tempo promosse un ricorso contro Maria Pia Serranò eletta presidente del consiglio comunale per poi stringere con la stessa un’alleanza elettorale a favore di Politano. Ora nuovamente le guerre riprendono senza esclusioni di colpi tutto a scapito di una città che rimane interdetta e disorientata. Non se ne può più. Le scuse non servono, semmai sarebbe più onesto dare ragione a chi nel PD oltre un anno fa ha contestato pubblicamente l’alleanza con Fratelli d’Italia. In politica chi sbaglia si mette da parte per favorire una nuova stagione politica.