Paolo Dimitrio: aveva assunto questa identità il superlatitante Edgardo Greco, 63 anni, nato a Belvedere Marittimo e cresciuto criminalmente a Cosenza, ergastolano e ricercato dal 2006.

I carabinieri del Reparto operativo provinciale di Cosenza, diretti dal tenente colonnello Dario Pini, l’hanno scovato in una pizzeria di Saint Etienne – “L’agorà” -, in Francia. L’uomo, condannato con sentenza definitiva per duplice omicidio, lavorava nel locale pubblico come pizzaiolo.

L’operazione condotta dai militari del colonnello Agatino Saverio Spoto, è stata coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri. Greco aveva assunto l’identità di un sorvegliato speciale pugliese e all’arrivo dei carabinieri ha tentato di negare chi fosse davvero.

Il sessantatreenne è un personaggio rilevante della criminalità organizzata bruzia ed è stato giudicato responsabile dell’assassinio, avvenuto nel 1991 in un deposito-garage di Cosenza, dei fratelli Stefano e Giuseppe Bartolomeo. Le vittime, che nel 1985 avevano ucciso il diretto del carcere Sergio Cosmai, vennero massacrate a colpi di spranga. I loro corpi furono sepolti in Silas e successivamente dissotterrati e squagliati nell’acido quando comparvero sulla scena giudiziaria dell’Alta Calabria i primi pentiti di ‘ndrangheta.

Greco era pure chiamato negli ambienti criminali il “killer delle carceri” perché negli anni 80 aveva tentato di ammazzare nel penitenziario di Cosenza, a colpi di pistola, il capobastone calabrese Franco Pino. Nel 1996 Edgardo Greco, durante la celebrazione del maxiprocesso “Garden” finse l’inizio di una collaborazione con la giustizia facendo ritrovare delle armi: era un trucco per confondere le acque e ottenere benefici. Non è Pasquale Bonavota la primula più importante dei ricercati italiani. Greco apparteneva al gruppo mafioso guidato dai fratelli Lino e Mario Pranno. Fonte: Gazzetta del Sud

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