“L’aumento della Tari non è oggi più sostenibile. La tariffa dei rifiuti è cresciuta di 530 mila euro dal 2019 al 2022, passando da poco più di 3 milioni a 3,6 milioni, oltre IVA e imposta provinciale che fanno raggiungere quasi il milione di euro complessivo. Il 2019 è stato l’ultimo anno in cui il Comune di Paola è stato in grado di abbattere i costi. Questo grazie al lavoro svolto dall’allora vicesindaco Tonino Cassano. Un aumento che inciderà pesantemente sui bilanci delle famiglie già duramente colpite dal caro energia con le bollette del gas ed elettricità alle stelle.
Tuttavia, con i giusti correttivi – se operati per tempo – si sarebbe potuto evitare tutto ciò. Ed è con questo proposito che, in sede di Consiglio Comunale, abbiamo voluto indicare alcune soluzioni per scongiurare l’aumento della Tari. Alternative concrete e praticabili dettate dal buon senso e da una consolidata conoscenza della macchina comunale.
Siamo partiti dalla proposta di prorogare fino al 5 settembre le richieste di agevolazioni Tari, accolta dall’amministrazione, la cui scadenza originaria era il 26 agosto scorso. Una piccola boccata di ossigeno per alcune famiglie in difficoltà. La maggiore preoccupazione di questo gruppo è che non si sia ancora discusso del bilancio consuntivo né tantomeno del bilancio di previsione. Naturalmente la Tari andrà allegata al bilancio. Il rischio è quindi di aggravare la situazione di deficitarietà strutturale. Quando vengono aumentate le tasse oltre una determinata soglia si va di conseguenza ad aumentare quel bacino di utenti che non possono pagare, che non sono nelle condizioni economiche di poter sostenere il tributo. Ci sono diverse famiglie che a stento riescono ad arrivare alla seconda settimana del mese. Sotto questo punto di vista, il mancato incasso avrà ripercussioni anche sugli stipendi delle cooperative il cui costo dovrebbe essere messo a carico dell’Ente e farvi fronte con proprie economie di bilancio. Le soluzioni sono state indicate già da tempo da questo gruppo consiliare.
Siamo dell’avviso che questi primi due mesi dall’insediamento della Giunta sarebbero stati fondamentali per rimodulare il sistema di raccolta differenziata, avviando riforme necessarie per migliorare il servizio e – col tempo – abbassare le tasse.
Il maggior problema è rappresentato dal funzionamento dell’Ambito Territoriale Ottimale, e dal ruolo marginale che ricopriamo all’interno di questo organismo. Tutto ciò non è più sostenibile.
Noi paghiamo una società per la raccolta differenziata nel nostro Comune e ne paghiamo una seconda per conferire i rifiuti in discarica. Delle due l’una: o si paga per la raccolta differenziata oppure per mandare i rifiuti in discarica. Per non parlare poi del fatto che il conferimento in discarica dell’organico ci costa più del residuo. Oltre a ciò, è previsto un terzo passaggio relativo al trasporto dei rifiuti fuori regione per la frazione eccedente. All’interno dell’ATO abbiamo una rappresentanza e abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce. Non possiamo più essere succubi di decisioni sbagliate che non fanno l’interesse della città.
Al contrario, la positiva percentuale raggiunta pari a poco più dell’80% di raccolta differenziata, avrebbe dovuto premiare i cittadini paolani con una diminuzione della tariffa. Invece avviene l’esatto opposto.
È chiaro allora che il famoso principio dei “rifiuti come risorsa” qui da noi non è applicato. Oggi non rappresentano una risorsa ma un costo. Al danno si aggiunge la beffa.
Il dato che ci qualifica come “comune riciclone”, a ben vedere nel contratto è il traguardo dell’80% di raccolta differenziata, ma non è un dato eccezionale bensì l’obiettivo minimo da raggiungere all’ottavo anno del servizio.
Oggi ci sarebbero ulteriori margini di manovra. Il criterio di presunzione medio ordinario, adottato per determinare il quantitativo di rifiuti prodotti, non è corretto. Alla cittadinanza occorre spiegare chiaro quanto sta avvenendo. Noi non paghiamo la Tari sulla base di quanto realmente prodotto ma sulla base di una presunzione. A fronte di 5.700 tonnellate di rifiuti realmente prodotte in un anno, risultano parametrate 9.100 tonnellate. Questo significa che si continua a chiedere ai cittadini paolani di pagare un terzo della spazzatura in più.
Dato che – se rivisto per quello che realmente è – ci consentirebbe un risparmio immediato di almeno 400 mila euro sulla tariffa.
Per contro, inoltre, se venisse attivata una corretta filiera del riciclo potremmo iniziare a guadagnare rivendendo i nostri rifiuti quale materia grezza o semilavorata, oltre a creare nuovi posti di lavoro attraverso industrie del riciclo.
Nel 2013 – nove anni fa – avevamo protocollato in Comune un progetto per una raccolta differenziata evoluta. Avevamo prodotto un regolamento per la gestione delle isole ecologiche, un regolamento per i centri comunali di raccolta e avevamo anche fornito una scheda di funzionamento per l’istallazione di contenitori interrati che si attivano con la tessera sanitaria. Fondamentalmente occorre introdurre il metodo della premialità che serve ad evitare l’abbandono dei rifiuti per strada e quindi a ridurre i costi per bonifiche straordinarie. Il principio deve essere quello secondo cui: “chi più differenzia meno paga”, attraverso l’accumulo di punti e sgravi fiscali per i cittadini più operosi.
Questo è un sistema che funziona benissimo in varie parti d’Italia e che potrebbe essere la vera svolta nel nostro comune.
Infine, ulteriori risparmi per circa 350 mila euro si potrebbero ottenere trovando nelle economie di bilancio del Comune i soldi per pagare parte dei servizi delle cooperative, aumentando gli stipendi dei lavoratori. 300 euro al mese di stipendio non sono accettabili. Ad esempio si potrebbe evitare di affidare direttamente a ditte esterne, spesso neanche paolane, piccoli lavori di manutenzione o servizi come la segnaletica stradale, considerato che ogni anno si spendono decine e decine di migliaia di euro per fare strisce ovunque.
Cambiare non solo è possibile, ma necessario”.
Il Consigliere comunale, Andrea Signorelli (Rete dei Beni Comuni)