I carabinieri del Nas hanno sequestrato a Reggio Calabria una struttura adibita a casa famiglia per anziani che era stata trasformata abusivamente in casa di cura, denunciando in stato di libertà il titolare 55enne ed una sua dipendente 47enne di origine romena. La struttura era già stata sottoposta a controlli fin dall’estate del 2020 dai quali erano emerse una serie di irregolarità strutturali e organizzative, tanto da indurre il Comune a disporre la sospensione dell’attività.Gli accertamenti successivi hanno dimostrato che la casa famiglia continuava invece ad ospitare anziani. Situazione che ha fatto scattare l’intervento immediato dei carabinieri del Nas. I militari, guidati dal maggiore Giacomo Claudio Moschella, nel momento in cui hanno avviato il controllo della struttura, hanno notato uno dei dipendenti che alla loro vista, portando in braccio un’anziana non autosufficiente e provvista di catetere, tentava di allontanarsi dall’immobile utilizzando un’uscita posteriore, bloccandolo immediatamente. Dalle indagini è emerso che nella casa di cura abusiva, malgrado l’ordinanza di sospensione dell’attività da parte del Comune, erano presenti ancora 11 anziani, dieci dei quali con gravi patologie fisiche e psichiche. Gli ospiti, tra l’altro, erano costretti a trascinarsi in catetere e venivano ospitati in camere vetuste, prive di mobili ed in letti senza barriere e con i climatizzatori non funzionanti. Ad accudire gli anziani c’erano due persone prive di titoli professionali per l’assistenza sanitaria e che non indossavano le protezioni anti contagio Covid. Dai controlli è emerso inoltre anche che agli anziani venivano somministrati farmaci senza seguire precisi piani terapeutici. Gli ospiti della struttura con l’ausilio del personale del settore Welfare del Comune, sono stati trasferiti dai carabinieri in case di parenti o in altre strutture socio-assistenziali autorizzate. Il titolare della struttura e la dipendente sono stati denunciati con l’accusa, tra l’altro, di abbandono di persone incapaci e di esercizio abusivo della professione sanitaria.