In data odierna, venerdì 15 ottobre, a Gioia Tauro, i carabinieri supportati in fase operativa dai militari delle S.I.O. di Vibo Valentia, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dalla Corte D’Assise D’Appello di Reggio Calabria nei confronti di G.P., classe ‘76.

In particolare, l’uomo era risultato coinvolto nell’omicidio, avvenuto in pieno giorno a Gioia Tauro il 29 giugno 2013, di Pelaia Arcangelo, classe ’76 che, mentre percorreva la salita di Giffone a bordo della sua auto, era stato barbaramente ucciso con l’esplosione di 9 colpi di arma da fuoco. Il movente che lo avrebbe indotto a compiere l’atroce delitto, sembrerebbe riconducibile alla vendetta orchestrata dalla famiglia, a distanza di otto anni dal fatto, in risposta al duplice omicidio avvenuto il 01 luglio 2005, quando furono uccisi, da esponenti della famiglia Pelaia, Giacobbe Leonardo, classe ’76, e Giacobbe Saverio, classe ’85, quest’ultimo fratello di Giacobbe Placido. Una vendetta, quindi, durata oltre un decennio che ha visto il susseguirsi di morti da entrambe le famiglie.Il destinatario dell’attuale provvedimento, è stato così sorpreso dai Carabinieri, in piena notte, a Gioia Tauro e tradotto presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia dove sconterà la pena dell’ergastolo.L’ odierna operazione, giunge ad esito di un’attenta attività d’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, e rappresenta la pronta ed inesorabile risposta dello Stato all’ennesimo e gravissimo fatto di sangue, in una realtà complessa, come quella della piana di Gioia Tauro, in cui si arriva a compiere atti così gravi come l’omicidio al fine di incutere terrore e intimorire quanti non si piegano alle volontà delle logiche mafiose.

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