Il 17 settembre scorso, sulla riva meridionale del Lago Cecita, vennero ritrovati i resti di un “Elephas antiquus”. A causa della siccità in quel periodo, vennero fuori le aree sommerse, compresi tali fossili, così enigmatici, da promuovere una conferenza pubblica, il 25 novembre, al Centro Visite “Cupone” di Camigliatello Silano. Come conferma il soprintendente Mario Pagano, dopo gli attenti studi svolti dalla Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Passaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, l’archeologia “ha portato a casa” un altro straordinario frammento di storia. Il pachiderma, secondo le ricostruzioni, sarebbe morto per cause naturali sulle rive del bacino e l’Elephas appartiene ad una specie che ha abitato l’Europa a partire dai 700mila anni fa o anche prima. Vale a dire che, il lago Cecità potrebbe avere una datazione antichissima. Si pensa che l’uomo abitò lungo le sponde del bacino lacustre circa 6 millenni fa, e per tale motivo, si sta cercando di individuare nuovi siti di interesse paleontologico e archeologico. A tal proposito, l’incontro programmato a Camigliatello sarà presieduto da Giovanna Verbicaro per la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per Cosenza, Catanzaro e Crotone, Antonella Minelli per l’Università degli studi del Molise, Felice Larocca per l’Università degli studi di Bari, Mario Pagano per la Soprintendenza per Cosenza, Catanzaro e Crotone, e anche il sindaco di Spezzano della Sila Salvatore Monaco e Sonia Ferrari, commissario Parco Nazionale della Sila.

La Calabria non finisce mai di stupire. Per quanto sia dannata, è terra di storia, tradizioni e cultura, radicate in radici secolari, ancorate in un per sempre da scoprire.

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