Dopo un anno e mezzo fa (il 4 maggio 2016) le indagini riguardanti la faida tra Regione e Calabria Verde, condotte dalla procura di Castrovillari in collaborazione al Corpo Forestale, sono giunte oggi al termine. Ripercorriamo i fatti. A Catanzaro, il 4 maggio dell’anno scorso, sono avvenute le perquisizioni negli uffici della Cittadella regionale, nello specifico quelli del capo di gabinetto di Mario Oliverio, Gaetano Pignanelli e nell’area del dipartimento Agricoltura occupata dal dirigente Mario Caligiuri. Pignanelli era indagato per truffa in concorso. Stessa accusa contestata all’ex direttore generale Paolo Furgiuele, due dirigenti di Calabria Verde Leandro Savio e Gennarino Magnone, Aurelio Pio Del Giudice, Ivo Filippelli, l’ingegnere Caruso e l’imprenditore Marino De Luca. Ma tutta la verità comprende altro. Si spazia dalle concessioni illegali, alla mancata rendicontazione di 102 milioni di euro, alla gestione dissennata del fondo economico per poi finire al super appalto di 32 milioni di euro, perfetto per Luigi Matacena. Questa vicende vede l’avvocato Pignanelli e Oliverio praticamente inseparabili, dalla Provincia alla Regione. Pignanelli caldeggia tre concessioni (n.12304 del 17 giugno 2015, la n.13157 del 1° luglio 2015 e la n.13997 del 13 luglio 2015) a beneficio della ditta De Luca Marino. Scoperte le concessioni, vengono bloccate e “spunta fuori” anche un taglio boschivo illegale, che potrebbe essere addebitato alla volontà della Regione, visto che Calabria Verde non può autorizzare nessun tipo di tagli boschivi. Il 1° marzo 2016 viene sequestrata tutta l’area boscata e vengono iscritte nel registro degli indagati 5 persone, per arrivare infine al termine della “guerra”, la chiusura delle indagini.      È davvero tutto finito?

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