di Giuseppe Baldessarro

Fonte: Repubblica

Il boss della ‘ndrangheta Nicolino Grande Aracri sta collaborando con la giustizia. La notizia trova conferma in ambienti giudiziari che parlano “di inizio di un percorso ancora tutto da sviluppare”. La cautela dei magistrati antimafia è comprensibile perchè si tratta ora di capire le reali intenzioni del boss dei cutresi che per almeno 20 anni ha comandato le diramazioni della cosche in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Il clan dei Grande Aracri, in Emilia Romagna, è considerato egemone e ben radicato in almeno 4 province. I suoi affiliati, come dimostrato nel processo “Aemilia”, sono presenti a Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza.

Le ingerenze dei cutresi sono documentate praticamente in tutti i settori dell’economia criminale. Dalla droga agli appalti, dal gioco d’azzardo alla gestione delle attività commerciali, dalla grande distribuzione alle speculazioni immobiliari. I Grande Aracri e le famiglie collegate hanno le mani in pasta ovunque.

La notizia, anticipata da “il Quotidiano del Sud”, è di quelle da far tremare i polsi perchè il boss Nicolino potrebbe far luce su un’intera stagione criminale che a partire dalla provincia di Crotone si è poi estesa in diverse altre regioni del centro e nord Italia. Gli inquirenti, in questo momento, stanno valutando la bontà delle sue primissime dichiarazioni a caccia di riscontri. Resta ancora da chiarire fino a che punto il padrino della ‘ndrangheta, già condannato in via definitiva a diversi ergastoli, voglia andare fino in fondo. Un pentimento di questo livello tra i calabresi equivale, in termini assoluti, al pentimento di Tommaso Buscetta per Cosa nostra siciliana. Nicolino Grande Aracri può infatti rivelare non solo le dinamiche criminali, ma anche i rapporti con la politica e le istituzioni.

dei cutresi che per almeno 20 anni ha comandato le diramazioni della cosche in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Il clan dei Grande Aracri, in Emilia Romagna, è considerato egemone e ben radicato in almeno 4 province. I suoi affiliati, come dimostrato nel processo “Aemilia”, sono presenti a Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza.

Le ingerenze dei cutresi sono documentate praticamente in tutti i settori dell’economia criminale. Dalla droga agli appalti, dal gioco d’azzardo alla gestione delle attività commerciali, dalla grande distribuzione alle speculazioni immobiliari. I Grande Aracri e le famiglie collegate hanno le mani in pasta ovunque.

La notizia, anticipata da “il Quotidiano del Sud”, è di quelle da far tremare i polsi perchè il boss Nicolino potrebbe far luce su un’intera stagione criminale che a partire dalla provincia di Crotone si è poi estesa in diverse altre regioni del centro e nord Italia. Gli inquirenti, in questo momento, stanno valutando la bontà delle sue primissime dichiarazioni a caccia di riscontri. Resta ancora da chiarire fino a che punto il padrino della ‘ndrangheta, già condannato in via definitiva a diversi ergastoli, voglia andare fino in fondo. Un pentimento di questo livello tra i calabresi equivale, in termini assoluti, al pentimento di Tommaso Buscetta per Cosa nostra siciliana. Nicolino Grande Aracri può infatti rivelare non solo le dinamiche criminali, ma anche i rapporti con la politica e le istituzioni.

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