“Atteso che la media giornaliera dei casi di positività riportati dal bollettino ufficiale della Regione Calabria rappresentano di per sé un campanello d’allarme, temo che il numero dei contagiati possa risultare quantomeno non attendibile dato che in molti stanno ancora attendendo il responso del tampone molecolare effettuato dalle Asp. Nei giorni scorsi ho chiesto, invano, alla Giunta Regionale di fare chiarezza su strane dinamiche per le quali sono costantemente in contatto con il Ministero della Salute ma finora vige uno strano ed inaccettabile silenzio”. È quanto afferma, nell’ennesima denuncia pubblica, il Vicepresidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Graziano Di Natale, che così prosegue: “Tenuto conto del ruolo che ricopro, nella massima istituzione regionale, è mio compito tutelare la salute pubblica senza voler alimentare allarmismi inutili. Per questa serie di ragioni -prosegue Di Natale- chiedo di avere delucidazioni perché non solo nutro seri dubbi sull’attendibilità dei dati giornalieri in Calabria, considerate le defezioni nella catena del tracciamento registrate nelle scorse ore e denunciate da autorevoli organi di stampa ma, mio malgrado, a seguito di un meticoloso tavolo tecnico con addetti ai lavori, che ringrazio per la disponibilità e la professionalità, posso asserire di avere perplessità anche sulla tanto declamata Zona Arancione”.
Il Segretario-Questore dell’assemblea regionale calabrese basa la propria denuncia su numeri inappellabili e continua: “Perché la Calabria è zona arancione e non zona Rossa dal 12 Aprile?
Come riportato in un monitoraggio della Fondazione Gimbe, infatti, nella settimana 7-13 Aprile, in Calabria, risulta in peggioramento l’indicatore relativo ai ‘casi attualmente positivi per 100.000 abitanti’ che si attestano a 681 e si registra un aumento del 18,1% dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. In aggiunta, la soglia di saturazione dei posti letto in area medica occupati da pazienti Covid risulta essere pari al 49%.
Il quadro che ne concerne cozza terribilmente con la scelta di alleggerire le restrizioni tenuto conto, anche, della precaria campagna vaccinale, la quale, timidamente, prova a decollare ma resta fanalino di coda per percentuali somministrate tra le regione italiane”.
L’esponente politico, impegnato in una coraggiosa battaglia sulla sanità calabrese, distende i toni quando l’attenzione si sposta su commercianti e attività commerciali:
“A scanso di equivoci, sono favorevole alle riaperture delle attività commerciali finora bistrattate e abbandonate. Dal quadro pandemico evince che in dodici mesi di restrizioni, probabilmente, sono state penalizzate attività che non favorivano la diffusione del virus. La mia solidarietà è per tutti i lavoratori e tutti i commercianti costretti a vivere senza certezze, quasi alla giornata. Però -spiega – a tutto c’è un limite. Credo che si debba mettere in sicurezza la regione. Chi è tenuto a farlo dovrebbe chiedere maggiori controlli per strada, o di velocizzare la campagna di vaccinazione, invece di tentare sortite opinabili”.
Di Natale, scevro da qualsivoglia condizionamento politico, non lesina un monito anche al Governo, e conclude: “Se la Regione non è capace di gestire l’emergenza, il Governo Italiano ha l’obbligo di intervenire. Non può e non deve tergiversare, perché la situazione è grave. Sono in contatto con il Ministero della Salute, al quale, a più riprese, sto chiedendo di intercedere, per fare luce sui dati della nostra regione. Il Governo ha il compito di vagliare eventuali interventi prima che sia troppo tardi. Non siamo carne da macello. La Calabria merita rispetto, e mi batterò fino alla fine per questo”.
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