Assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza del gup del Tribunale di Catanzaro, Giulio De Gregorio, per l’ex governatore Mario Oliverio accusato di corruzione e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Lande Desolate”. La sentenza è stata emessa al termine del processo con rito abbreviato. La procura aveva chiesto una condanna a quattro anni e otto mesi di carcere per l’ex presidente della Regione Calabria difeso dagli avvocati Enzo Belvedere e Armando Veneto. Oliverio era stato raggiunto anche, quando era ancora in carica, da una misura dell’obbligo di dimora. Misura prima confermata dal Tribunale della Libertà, poi annullata dalla Corte di Cassazione.
L’indagine “Lande desolate” prende il nome dalle anomalie riscontrate nella realizzazione di tre opere pubbliche: l’aviosuperficie di Scalea e l’ovovia di Lorica, mai completate, e il restyling di Piazza Fera/Bilotti a Cosenza.
Per questa vicenda, a dicembre del 2018 l’ex governatore venne colpito dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora confermata dal Tribunale della Libertà di Catanzaro e annullata invece dalla Corte di Cassazione. Secondo la Procura tra Oliverio, l’ex consigliere regionale Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio, deputata del Pd, ci sarebbe stato un accordo illecito per rallentare nel 2016 i lavori di Piazza Fera/Bilotti. Per Adamo e Bruno Bossio la sentenza è stata di non doversi procedere. Rinviati a giudizio gli altri imputati che hanno scelto il rito ordinario. Le loro posizioni si discuteranno il prossimo 7 ottobre