Di Antonello Troya
Nella mattinata di ieri, G.P. di Diamante, accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della sua ex convivente, ritorna ad essere un uomo libero. Il Tribunale Penale di Paola, ha accolto le argomentazioni difensive dell’avv. Francesco Liserre, legale dell’imputato, disponendo, nei confronti dello stesso, la revoca della misura degli arresti domiciliari a cui l’imputato medesimo era sottoposto, sostituendola con quella meno afflittiva dell’obbligo di dimora nel comune di Diamante. La vicenda cautelare che ha interessato il diamantese, è stata molto complessa. Infatti, il 18 ottobre dello scorso anno, all’imputato veniva aggravata, su richiesta del PM, la misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa che veniva sostituita con la custodia cautelare presso il Carcere di Paola, fino a metà gennaio allorquando, sempre su richiesta dell’avv. Liserre, la misura carceraria veniva a sua volta sostituita con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari. L’uomo, si sarebbe reso protagonista di una continua serie di episodi di violenza a danno della sua compagna con la quale abitava in un appartamento in Grisolia. In più di un’occasione, il diamantese, secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Santa Maria del Cedro, coordinati dal PM, per futili motivi e in stato di ubriachezza, avrebbe usato violenza nei confronti della donna, anche con l’uso di coltelli, sottoponendola ad un regime di vita umiliante e vessatorio. La persona offesa, anche per il timore di probabili ritorsioni, evitava di denunciare i fatti all’autorità giudiziaria, subendo le angherie dell’uomo e vivendo in uno stato di terrore e sofferenza. In particolare, nella serata del cinque dicembre 2018, in seguito all’ennesimo litigio, il diamantese massacrava di botte, selvaggiamente, l’indifesa donna che allertava un proprio familiare e i carabinieri. L’imputato, in preda ad un’incontenibile violenza, minacciava con un coltello il congiunto della vittima e, il tempestivo intervento dei militari, riusciva a scongiurare la tragedia. La donna, copiosamente insanguinata, veniva ricoverata in ospedale. L’avvocato Liserre, a seguito di riesame al Tribunale della Libertà di Catanzaro, otteneva, nei confronti del suo assistito, dapprima la sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari e, successivamente, anche la sostituzione di tale misura con quella meno afflittiva del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa. Tuttavia, l’imputato violava sistematicamente il divieto di avvicinamento alla vittima, continuando ad incontrarla e a contattarla telefonicamente. In particolare, il 17 ottobre dello scorso anno, il diamantese, verosimilmente in stato di ebbrezza, si recava sotto l’abitazione della vittima, lanciando pietre e minacciandola di morte anche con messaggi telefonici. Immediatamente, su richiesta del PM di turno, il Tribunale Penale di Paola, anche alla luce della nuova normativa cd “Codice Rosso”, a tutela delle donne vittime di violenza, disponeva nei confronti dell’uomo l’aggravamento della misura in atto, sostituendola con la custodia cautelare in carcere. Nei giorni scorsi, veniva ascoltata la drammatica deposizione della persona offesa a seguito della quale, l’avv. Liserre, chiedeva al Giudice la revoca o la sostituzione con misura meno gravosa degli arresti domiciliari. Tale richiesta, in data odierna, veniva accolta dal Tribunale che revocando la misura cautelare degli arresti domiciliari, disponeva, nei confronti del diamantese, l’obbligo di dimora nel Comune di Diamante.