«Avevamo detto che avremmo atteso i bandi per capire meglio come siano strutturati gli aiuti economici previsti dalla Regione con il piano “Riparti Calabria” ma, a distanza di dieci giorni, ancora nulla». È quanto dichiara Pippo Callipo, capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale, che aggiunge: «Il primo annuncio, quello dei 150 milioni di euro, risale in verità al primo aprile, mentre il 7 maggio scorso la presidente della Regione nella sua prima conferenza stampa in Calabria garantiva che in brevissimo tempo le due misure da 40 e 80 milioni di euro sarebbero diventate operative attraverso i bandi. Invece le promesse sono state ancora una volta disattese; le imprese ad oggi hanno a disposizione un solo avviso, per altro in preinformazione, e nulla di più».
«Certamente – fa notare Callipo – ciò non corrisponde alla tempestività e alla concretezza che la Giunta regionale aveva annunciato, ma speriamo che questi ritardi almeno servano a prendere in considerazione le posizioni critiche espresse in questi giorni da diversi rappresentanti delle organizzazioni di categoria, del mondo sindacale e delle professioni. I requisiti richiesti destano infatti molte perplessità, dall’obbligo del Durc per “assicurare di trovarsi in regola circa gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali”, a quello di far certificare da un professionista iscritto agli Albi il fabbisogno di liquidità determinatosi per effetto dell’emergenza per il periodo di sospensione delle attività. Per non parlare dell’iniquo sistema di invio telematico basato sul “Click day”, che già si è rivelato nefasto in altre analoghe circostanze, e dell’inopportuno richiamo al dovere del beneficiario di “adeguarsi a regole specifiche relative alla visibilità e all’immagine del progetto, che verranno fornite dalla Regione Calabria”».
«Inoltre, cosa che avevamo fatto notare fin da subito, la dotazione finanziaria – aggiunge il capogruppo di IRIC – basterà a dare un bonus di 2mila euro ad appena 20mila imprese sulle circa 109mila attive in Calabria, e per altro solo tra quelle che abbiano un fatturato compreso tra 5mila e 150mila euro per il 2019. Insomma molti rimarranno esclusi, le risorse verranno polverizzate e distribuite senza alcuna proporzionalità e le procedure previste rischiano di rivelarsi tutt’altro che snelle e semplificate. Non esattamente quello che si voleva far credere. Ora almeno – conclude Callipo – si sfruttino i ritardi per confrontarsi con le parti sociali e con gli ordini professionali e correggere il tiro revisionando il bando».