«Mentre assistiamo ad uno stucchevole scaricabarile, le mascherine chirurgiche a 50 centesimi in Calabria continuano a rimanere un miraggio».
Così il Codacons ha diffidato la protezione civile a fare immediatamente chiarezza.
L’Associazione, dopo numerose segnalazioni, chiede ai Prefetti calabresi di attivare ogni opportuno e doveroso controllo, anche alla luce delle denunce da parte dei farmacisti che lamentano la sostanziale impossibilità di reperire sul mercato mascherine di tipo chirurgico ad un prezzo compatibile con la successiva vendita al pubblico a 0,61 euro, così come annunciato dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.
«In sostanza – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – appare evidente come la Protezione civile non abbia fornito il materiale o le indicazioni su dove e come reperirlo».
Per evitare speculazioni il Codacons chiede alla Protezione civile regionale, facendo seguito alle indicazioni provenienti dai rappresentati dei farmacisti, di “adottare nel termine di 15 giorni (termine minimo fissato dalla legge) ogni utile iniziativa tesa a fornire con continuità di mascherine chirurgiche a prezzo calmierato nei punti vendita presenti in Regione”.
Altrimenti le affermazioni circa l’imposizione di un prezzo calmierato, rimarranno delle mere dichiarazioni d’intenti ed i Cittadini saranno costretti a spendere almeno tre volte tanto.
“Scaduti i termini, se le mascherine risultassero ancora introvabili, chiederemo di accertare le responsabilità di chi ha consentito, attraverso azioni od omissioni, che si possa lucrare su gli strumenti di protezione che governo e regione hanno imposto come obbligatori.
Si tratta, infatti, di “strumenti essenziali ed obbligatori nella cosiddetta fase due”.
Com’è possibile imporre l’uso di qualcosa che non si riesce a reperire sul mercato ?
E’ evidente che, non trovando le mascherine a prezzi calmierati, si dovrà far ricorso a quelle con prezzi sempre enormemente superiori.
«Anche per tali ragioni – conclude l’associazione – in attesa che la Procura della Repubblica verifichi ogni possibile abuso, continueremo a monitorare la situazione, invitando tutti i cittadini al rigoroso rispetto delle distanze sociali e delle norme imposte per la fase due elaborate a tutela della nostra salute».