Leggendo il comunicato stampa emanato dal Comune di Diamante riguardante la delibera dell’ANAC, non si evince chi abbia fatto tale esposto, e può lasciar intendere che sia stata l’amministrazione comunale a farla. E’ bene, quindi, ricordare le cose come sono andate rispetto all’esposto all’Anac, prima che qualcuno si impossessi del risultato ottenuto. Il 2 dicembre del 2018 , da parte del Movimento popolare per un porto pubblico, partì l’iniziativa di informare varie autorità su quanto stava avvenendo rispetto alla questione porto. C’era stato uno sciopero del paese, varie iniziative sul lungomare quasi quotidiane e il Movimento organizzò una raccolta di firme fra i cittadini, e un comizio sul lungomare. Un centinaio le firme raccolte e il giorno dopo partì l’esposto non solo all’Anac, ma anche al Procuratore presso la Direzione Distrettuale antimafia, alla Procura generale della Corte dei Conti, al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, alla Procura della Repubblica di Paola, alla Procura della Repubblica di Catanzaro, all’Autorità Nazionale Anti Corruzione, all’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza e al Consiglio Nazionale Ingegneri. A curare l’esposto fu l’avv. Raffaele Cammarella che punto per punto fornì tutti gli elementi per districare le maglie tessute da tante “Penelope” nel corso di venti anni. Ora ecco arrivare a pochi giorni dalla sentenza del TAR favorevole a Santoro ,la delibera dell’ANAC che dà la possibilità adesso al Comune di Diamante di recarsi alla Regione con in mano una inoppugnabile delibera. Difatti , nello specifico , tale delibera ha preso in esame punto per punto quanto rilevato nell’esposto, fatto dall’avv.Cammarella per conto del Movimento popolare e dei cittadini firmatari, riconoscendo evidenti illegittimità sia formali che sostanziali da parte della stazione appaltante. Nella delibera si evidenzia la palese inerzia nel controllo dei lavori ed una grave omissione nella sorveglianza da parte della regione. Viene evidenziato il sostanziale inadempimento del concessionario e censurato il colpevole silenzio degli organismi di controllo. Un aspetto molto importante è quanto emerge in merito alla variante del 2016 sul quale l’Anac rileva violazione delle norme previste dal codice degli appalti essendo stato assegnati direttamente al concessionario i lavori aggiuntivi senza una necessaria gara a evidenza pubblica nel rispetto delle norme. In sostanza l’Anac censura in toto l’appalto evidenziando violazioni delle norme sul buon andamento della pubblica amministrazione deliberando ed attribuendo alla Regione l’obbligo di intraprendere tutte le iniziative necessarie alla soluzione del problema concedendo un termine di 90 giorni a partire dal 15 maggio. Tali iniziative non potranno che concretizzarsi nella risoluzione di un contratto viziato, come dice l’Anac, sin dalla sua genesi. La regione quindi oggi ha la possibilità, di rescindere il contratto e RESTITUIRE L’AREA AI CITTADINI.

CONFIDIAMO NELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE IN QUESTO MOMENTO, E VOGLIAMO DARE TUTTO IL NOSTRO APPORTO SE INTENDE INTRAPRENDERE QUESTA STRADA , L’UNICA CHE POTRA’ PORTARE ALLA FINE DELLA LUNGA STORIA DI QUESTO PORTO CHE NON C’E’ MAI STATO.

CONFIDIAMO ANCHE NEGLI ALTRI ORGANI ISTITUZONALI AI QUALI L’ESPOSTO E’ STATO RIVOLTO PERCHE’ SI MUOVANO NELL’APPROFONDIRE TUTTE LE MAGAGNE FATTE NEL CORSO DEGLI ANNI RIVELATE DALL’ANAC.

RICORDIAMO SEMPRE CHE GLI STESSI INGEGNERI INQUISITI NELL’INCHIESTA “LANDA DESOLATA” SONO RESPONSABILI SU QUANTO AVVENUTO SUL PORTO DI DIAMANTE.

COMITATO DIFESA AMBIENTE