Uno scatto, a volte, vale più di mille parole. Sulla base di quanto asserito, abbiamo intervistato Umberto Calipari, fotografo professionista residente a San Lucido, paese tirrenico attualmente “Chiuso” a causa dell’elevato numero di casi di positività al Coronavirus. Umberto, racconta, tramite i propri scatti la sua San Lucido, in un momento delicato come questo.
Di seguito, riportiamo quanto ha voluto condividere con noi e con i nostri lettori.
“Sono Umberto Calipari, ho il mio studio fotografico a San Lucido ma lavoro come fotografo e videografo in tutto il sud italia.
Sono nel campo della fotografia da oltre 20 anni ma è da 10 anni quasi ho aperto la mia attività con uno studio a San Lucido.
I campi nei quali ho fatto esperienza spaziano dallo sport fino ad arrivare all’impegno principale di oggi che è il matrimonio.
Ho collaborato diverse volte con testate giornalistiche e con aziende.
Di fronte questa emergenza ho avuto un primo impatto che si è basato su una forma di difesa, avendo 2 figli piccoli (4 e 8 anni) il primo istinto è stato quello di proteggere la mia famiglia.
Con i giorni che trascorrevano e di fronte una situazione che andava peggiorando,ho sentito la necessità di comunicare con i miei concittadini in un messaggio ottimistico che mirava a una forma di collaborazione reciproca, qualcosa che arrivasse a salvaguardare la nostra comunità, il nostro paese, San Lucido. Ho sentito la necessità di dover fare qualcosa che fosse nelle mie capacità.
Essendo stato San Lucido, uno dei primi posti nei quali purtroppo la sfortuna ha visto l’esplosione di diversi casi di contagio, ho iniziato a realizzare dei video presentando la bellezza del nostro paese, un invito a rispettarci e a rispettare le direttive per riuscire a venirne fuori.
Con i giorni e nel silenzio ho vissuto la bellezza della natura che ha riconquistato i suoi spazi, quelli che fino a pochi giorni prima erano caratterizzati dal rumore delle macchine e dalla vita quotidiana di sempre.
Sono rimasto davvero colpito da tutto questo ma in parallelo tornavo a casa o mi trovavo a fare la spesa nei luoghi del centro e li c’era l’impatto più duro, era ogni volta un verio e proprio scontro con la realtà.
Sulla base di questi primi reportage che ho pubblicato sia come video che come fotografie, spesso realizzate dal balcone di casa mia, negli spazi interni o comunque all’esterno quando ancora le misure dei decreti consentivano di poterlo fare ho ricevuto diverse richieste da giornalisti ma ho accettato solo l’incarico che tutt’ora continuo a mantenere con Calabria news 24 a realizzare documentativo fotografico e videografico al fine di consentire l’informazione ma sopratutto continuare a sensibilizzare non solo i miei concittadini ma anche le persone che seguono a rispettare i decreti e le direttive restando a casa e limitando al massimo le uscite.
Ovviamente seguo molto ciò che i miei concittadini discutono nei gruppi dei social e credo che ciò che è avvenuto sia in buona parte un eco che si sta replicando in molti altri paesi della calabria anche in queste ultime ore purtroppo.
La paura fa da padrona, lo stress emotivo grava molto e con le misure restrittive cui siamo stati sottoposti nell’intera comunità sanlucidana ritengo normale che spesso l’istinto abbia portato molte persone a cercare una soluzione, una via di uscita a quello che considero un brutto incubo nel quale siamo sprofondati in pochissimi giorni. Questo virus ha stravolto la realtà di tutti gli italiani ponendo forzatamente la nostra libertà dietro delle sbarre invisibili.
Quello che osservo però è che dietro tutto questo San Lucido si è riscoperta per quello che è da sempre, le persone che hanno sentito l’esigenza di aiutare, ognuno di fare ciò che poteva. Dai volontari, ai sanitari, ai commercianti di generi alimentari, a chi è nel campo medico. Cosi come io ho sentito di mettere a disposizione la mia professione. Il comune messaggio che ne traspare da tutto questo è la voglia di uscirne al più presto. Infatti dietro quanto accaduto c’è comunque un paese che ha avuto una prima fase di diversi casi positivi, una seconda fase di stazionamento e ora finalmente sembra che pian piano si intraveda una luce nel tunnel, le persone che hanno fatto con impegno la quarantena sembra stiano guarendo e si aspettano i tamponi di verifica.
Credo sia questo che deve essere osservato, se c’è stata qualche mancanza sono state situazioni probabilmente molto isolate, dovute principalmente al fatto che tutto questo è nuovo per chiunque.
In definitiva penso che le rigide misure restrittive ci abbiano messo a dura prova ma ciò che sento è che abbiamo superato la parte più difficile, ora però tocca tenere alta la guardia perchè è proprio adesso che basterebbe un attimo di distrazione per ritrovarci a dover ricominciare tutto dall’inizio. Osserviamo che purtroppo nei comuni calabresi sta iniziando ad accadere ora ciò che è successo a noi. Molti amici di altri comuni e città che un mese fa mi chiamavano per darmi forza, per chiedere come stavamo moralmente ora osservano i miei video e le mie foto e sono io a dare loro forza e a incoraggiarli a non cedere neanche un attimo.
Spero con tutto il cuore che questo incubo finisca presto ma fino ad allora l’unica vera medicina accertata è quella di restare a casa e limitare le uscite allo stretto necessario con tutte le dovute cautele usando sempre guanti, mascherine e distanziamento sociale”
Di seguito gli scatti, da ammirare in tutta la loro bellezza