Di Francesco Maria Storino


Cadono tutte le accuse nei confronti di Paolo Cavaliere. La richiesta della Procura di Paola di revoca della sentenza di non luogo a procedere, che ha visto come indagato il vicesindaco di Fuscaldo, è stata dichiarata dal gip inammissibile. Ricordiamo che a suo tempo era emersa un’accusa – poi rivelatasi infondata – di voto di scambio. Una presunta promessa di lavoro di Cavaliere in cambio dei voti di una famiglia. Il vicesindaco è stato difeso dagli avvocati Brunella Marsala e Marcello Manna.
A chiudere il caso, ieri, è stato il giudice per le indagini preliminari Maria Grazia Elia la quale in pratica ha ravvisato come non siano emerse nuove fonti di prova da giustificare la riapertura dello stesso procedimento.
La Procura ricordiamo che aveva chiesto al gip di risentire il denunciante – un uomo di Fuscaldo a suon tempo anche indagato – in relazione all’originaria denuncia alla presenza questa volta dell’avvocato difensore.
Il giudice in merito ha rilevato come: «sul punto vale la pena ricordare come secondo consolidata giurisprudenza le nuovi fonti di prova possono essere valorizzate ai fini della revoca della sentenza di non luogo a procedere solo se provenienti da un’attività di indagine estranea al procedimento chiuso con la sentenza stessa. Tale caratteristica manca nella specie dovendosi invece concludere per l’indennità della “notitia criminis” nei due procedimenti in cui si sta discorrendo solo formalmente differenti poiché scaturiti da distinte iscrizioni». E infine lo stesso Gip spiega come «le nuove fonti di prova indicate dal pubblico ministero appaiono carenti dell’ulteriore requisito delle idoneità da sole o unitamente tali da determinare il rinvio a giudizio». (GazzettaDelSud)

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